Premessa:
Lollo, capire chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti il sedere. Se no rimani un cittadino coglione che tutti possono prendere per il deretano. Ok Lollo? Dai, mettiti d’impegno.
Dio santo Lollo, ma quella Vodka faceva sognare. Chi ci ha svegliati sul pavimento del bar oggi? Mah! Dai, fammi quel litro di caffè e finiamo Keynes, e lo finiamo facendo il girotondo. Yes! Finiamo con il Flusso Circolare del genio inglese. Alè. E te pareva se non mi sparavi il tuo trade mark “eccchecccazzoè?”. Ti spiego perché è importante, anche questo.
Keynes spinge la sua analisi anche alla circolazione del denaro nella società, perché sa che capirla significa farla funzionare bene. E bene per lui significava sempre il bene pubblico, soprattutto la lotta alla disoccupazione. No, non era un comunista, non era socialista, anzi, Keynes era un vero elitista. Apparteneva a gruppi culturali esclusivi, come il Bloomsbury della celeberrima scrittrice Virginia Woolf, e fu molto chiaro sulle sue appartenenze, infatti dichiarò che “se mai ci sarà una rivoluzione socialista, essa mi troverà dalla parte delle elite culturali”. Ma questo non significa che Keynes non fosse nel cuore un uomo totalmente dedicato alla giustizia sociale, sia qui da noi che nel Terzo Mondo. Ti ricordo, qui solo di sfuggita, che questo economista, fra le tante cose, s’inventò anche un sistema di ‘giusti commerci’ fra nazioni del mondo che avrebbe eliminato tante orribili povertà e ingiustizie imperialiste. Non fu mai applicato. Ma ok, andiamo al Flusso Circolare.
Keynes dice: c’è un rapporto fra risparmi e investimenti. Per forza. Se immaginiamo che il denaro gira in un flusso circolare, vediamo che gli investimenti diventano stipendi; ma la gente in media non spende tutto ciò che guadagna, perché qualcosa risparmia. Questo risparmio, dice Keynes, sfugge fuori dal flusso circolare dei soldi. Quindi nel flusso avviene una ‘perdita’, esattamente come quella di un tubo che ha un foro. Questa ‘perdita’ va riempita, se no il Flusso Circolare si riduce, e questo non va bene. E cosa può riempire il vuoto? Keynes non ha dubbio: gli investimenti, cioè altri investimenti. E chi li può fare? Bè, ovvio, solo due attori: o le aziende/investitori, o lo Stato. Ma specifichiamo:
– quando c’è un investimento nella società di cittadini e aziende, dice l’inglese, c’è un corrispettivo aumento di redditi e di impiego. Questi redditi, causati dagli investimenti, comprano beni e servizi, ma formano anche i risparmi. Poi va precisato: gli investimenti possono essere, oltre a quelli dei privati (incluse le banche), anche quelli dello Stato e delle nazioni estere che spendono in un dato Paese. Quindi, conclude qui Keynes, è certamente vero che i redditi, l’impiego e i risparmi nazionali sono la somma degli investimenti privati, più quelli dello Stato (a deficit, cioè lo Stato che investe per noi più di quanto ci tassa), più i guadagni dell’export.
– come già detto, la gente però non spende tutto quello che guadagna, perché un poco risparmia, quindi c’è quella ‘perdita’ che sfugge al Flusso Circolare.
– la ‘perdita’ quindi sono i risparmi, che sovente finiscono per essere identici alla quantità iniziale di investimenti. Fin qui tutto ok. Ma cosa accade se i risparmi, cioè quelle ‘perdite’, diventano superiori agli investimenti? Accade che il Flusso Circolare si restringe pericolosamente, cioè l’economia nella società va in crisi.
– A questo punto, dice Keynes, c’è solo lo Stato a moneta sovrana che può iniettare investimenti nella società di cittadini e aziende per riparare il Flusso Circolare in quantità sufficienti e senza perdite, perché sui privati non si può contare (vedi puntata precedente). Ciò non solo manterrà in salute il Flusso Circolare, ma l’investimento dello Stato potrà curare ogni forma di disoccupazione esistente. E questo rigenererà tutto il sistema (nota che la rigenerazione porterà poi maggiori fondi nella casse dello Stato stesso, per cui la cosa quasi si ripaga da sé).
Lollo, ti rendi conto? Per quanti decenni abbiamo sofferto la disoccupazione che è il peggior male economico esistente in assoluto? Oggi poi non ne parliamo. Eppure Keynes già 70 anni fa aveva scritto la ricetta per la salvezza. Pensa Lollo che nei soli Stati Uniti la disoccupazione costa allo Stato 9 miliardi di dollari al…… GIORNO! Altro che Casta!
La storia del mondo, caro amico, avrebbe potuto essere un’altra, molto più equa, con masse immani di sofferenze sociali in meno. Ma come al solito i Poteri ci misero lo zampino, intendo i Neoclassici e la loro costola ancor più infame, cioè la scuola di economia Austriaca di Von Mises e Hayek. La rovina del pensiero Keynesiano iniziò alla mega conferenza di Bretton Woods del 1944, dove si decisero i destini del monetarismo mondiale. Keynes ne uscì sconfitto, in particolare dagli Stati Uniti. Poi, un brutto giorno del 1946, mentre si godeva il riposo dopo una lunga camminata, Keynes morì di colpo. Fine. Sai, senza il suo carisma fu ancor più facile per le elite predatrici far fuori le sue idee. E tutti noi, popolo, siamo a questo punto, conciati come oggi. Per non parlare dei poveri del Sud del mondo.
Guarda, se ti capiterà qui a prendere un caffè un professore di economia di quelli pomposi, quindi certamente non un coraggioso, ti dirà con fare di sufficienza che Keynes è superato e oltre tutto fallimentare. Ma tu rispondigli così: in sostanza il grande messaggio di John Maynard Keynes fu che nel momento del bisogno (come oggi!) e per evitare sofferenze sociali tragiche (come oggi!), lo Stato può curare l’economia con sufficienti iniezioni di investimenti a deficit, certo, a deficit!, fino a raggiungere la prosperità. E digli: lo sa lei che gli Stati Uniti uscirono dalla seconda guerra mondiale con un deficit del?….. del?….. 25%! che è il doppio della Grecia di oggi, ma proprio grazie a quella immane iniezione di spesa pubblica divennero il più ricco Paese del mondo e fecero ricca tutta l’Europa distrutta. Digli questo Lollo. Altro che superato Keynes.
(io: W Keynes…! John! – John! – John!……)
(e Lollo: John Legend! Yeaaa!……)
p.s. ma io perché gli spiego l’economia?
FONTE: www.paolobarnard.info
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2. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Thomas Robert Malthus
3. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-David Ricardo
4. La Storia dell’Economia (che dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (prima parte)
5. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (seconda parte)
6. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (terza parte)
7. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Dall’Anarchismo a Weimar
8. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-John Maynard Keynes (prima parte)
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