Ora che è stato ben compreso che le misure di austerità fanno aumentare i deficit, è rimasto solo il PSI* (*decurtazione dei bond non detenuti dalla BCE) per riuscire a ridurli, con una forte interfaccia politica emergente di supporto, come possono essere le posizioni di Grillo sul ripudio del debito pubblico.
Così c’è un impatto deflazionario del PSI e lo spostamento di capitali verso il “cash” anche a livello di investitori istituzionali per evitare il PSI. I portafogli degli investitori escono dalle posizioni detenute in euro, non fanno più acquisti di nessun tipo tranne che di bund tedeschi fino a che gli stessi tedeschi non lascino intendere di volersi avvalere del PSI, il che potrebbe essere il punto d’arrivo del percorso in atto, in cui l’export della Germania verso gli altri Stati membri dell’eurozona svanisce e il loro deficit aumenta.
La soluzione è che la BCE garantisca il finanziamento e che i limiti di deficit siano aumentati ad almeno l’8% del PIL per tutti i membri dell’eurozona. Il problema è: non c’è un canale politico per passare dalla situazione attuale a quest’altra?
Esportazioni, espansione dell’indebitamento privato, e politiche fiscali stanno andando tutte nella direzione sbagliata. L’altra domanda da porsi è quanto possa subire la popolazione prima di reagire violentemente?
Tutti i discorsi sullo svendere i titoli di Stato USA e del Giappone sembra siano stati un poco prematuri… ;-)
Originale disponibile qui: http://moslereconomics.com/2013/02/27/comments-on-the-italian-election-results/
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commento mmtitalia.info: il debito pubblico nei paesi UE diventa insostenibile, per cui si fa strada l’opzione dei default parziali “concordati”, come avvenuto sul debito greco nel 2012: lo Stato ripaga solo una parte dei bond in scadenza accordandosi con i detentori in modo da non far scattare i Credit default swap (perché l’evento non è classificato come “default”). Col tempo la stessa Germania potrebbe arrivare a volerne usufruire. Ma se questa ipotesi acquista corpo, gli investitori evitano di acquistare bond europei fino a che non avviene il “taglio”, con i problemi che ne derivano, per cui sarebbe una “non-soluzione”. La soluzione reale sarebbe che la BCE finanziasse deficit nell’ordine dell’ 8% per tutti gli Stati, ma non c’è nessuna area politica che preme per ottenere questo, quindi la situazione è destinata a peggiorare, e bisogna vedere fino a quanto la popolazione europea sopporterà senza che ci siano rivolte violente.
In tutto questo quadro i Titoli di Stato USA e Giapponesi continuano ad essere i più affidabili, per cui chi ha suggerito di venderli ha sbagliato (Daniele Basciu).