Io lavoro con Warren Mosler perché è un uomo che ama.
Eravamo una sera insieme a casa di un miliardario per discutere un’eventuale sponsorizzazione della MEMMT. Dopo l’aperitivo c’è la cena, suntuosa. Tutti sono avvinghiati alla politica, vogliono capire come prendere voti in Sicilia con l’aiuto della MEMMT. Io sono seduto davanti a Warren.
Di fianco a lui siede un bambinetto di 10 anni, il figlio del miliardario. Nessuno se lo fila. Sapete, gli adulti importanti discutono. Warren si stacca dal gruppo nel mezzo della discussione più importante, e lo vedo chinarsi verso il bimbetto e gli parla. Con voce soffice, gli parla. Gli chiede cose di lui, si interessa a lui. Nel mezzo della discussione più importante. In quel momento Warren aveva pensato che l’amore era più importante dei soldi.
Warren è l’unico, assieme a me e Parguez, che dice “l’Eurozona è un crimine contro l’umanità, perché la disoccupazione crea orrori sociali ed è mantenuta di proposito”.
Warren Mosler lavora con me perché ama. PB
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I work with Warren Mosler because he loves others.
Some time ago we were at dinner with a billionaire who might sponsor MEMMT. We had an aperitif, we had dinner, a luxurious one. The guests were obsessed with the possibility of getting votes in the Sicilian elections via MEMMT. I’m sitting opposite Warren.
Next to him sits a small 10 years old boy, the son of the tycoon. Nobody speaks to him, no one considers him. Well, you know, adults are important, and have important issues. Warren leaves this very central discussion, and I see that the leans towards the little boy to speak to him, softly. Warren asks him things that concern him, the little thing, in the midst of a very lofty political discussion. In that moment Warren thought that love was more important than money.
Warren Mosler is the only one, with me and Alain Parguez, that calls the Eurozone’s unemployment “a crime against humanity” because the EU technocrats do nothing to alleviate it.”
Warren works with me because he loves others.
Fonte: www.paolobarnard.info

  1. tornando alla lira il governo italiano potrà abbassare le tasse subito. Il dramma dell’euro risiede nel fatto che la sua adozione costringe a politiche pro-cicliche; significa che in un periodo di crisi il governo deve aumentare le tasse, peggiorando cosi la situazione della gente. Via l’IVA, decremento del costo del lavoro subito;
  2. tornando alla lira l’Italia potrà agire, attraverso incentivi/disincentivi o investimenti diretti, per migliorare la situazione ambientale del Paese. Sarà in grado di adottare quelle politiche di cui beneficia l’ambiente, quindi noi. Lo Stato deve essere in grado di agire nelle aree dove il privato latita perché non vede nessun profitto immediato;
  3. sarà possibile pagare immediatamente, sottolineo subito, i debiti che la pubblica amministrazione ha con le aziende. Dare loro respiro, ora;
  4. sarà ridotto il prezzo dei carburanti. Con la lira le accise diverranno inutili poiché uno Stato a moneta sovrana non si finanzia con le tasse. I soldi non vengono dal tuo portafoglio poiché li crea autonomamente lo Stato. Con l’euro, lo Stato italiano deve prendere in prestito denaro presso le banche come se fosse un qualsiasi privato, e per questo non può essere l’àncora di salvezza nei periodi di crisi. Oggi un cittadino in difficoltà è lasciato solo, a meno che non trovi assistenza all’interno del nucleo familiare;
  5. perché l’Unione Europea preleverà parte dei nostri risparmi, è questione di tempo. Ora ha eseguito un test a Cipro per valutare la fattibilità. Hanno visto che si può fare, i prossimi potremmo essere noi;
  6. sarà possibile adottare programmi di piena occupazione verso chiunque sia disposto a lavorare, uomo, donna, disabile, a un reddito lievemente inferiore a quello previsto per la stessa mansione nel settore privato;
  7. l’Italia, abbandonando l’euro, e potendo acquistare tutto ciò che è prezzato nella valuta che emette, potrà programmare miglioramenti infrastrutturali significativi, in grado di incrementare il benessere di tutti: sistemi fognari e distribuzione idrica, strade, ponti, marciapiedi, inoltre, trasporto pubblico, insegnanti, dottorandi, aule scolastiche, lampioni a efficienza energetica, attrezzature sanitarie, pulizia, sicurezza pubblica, cancellerie dei tribunali, ecc.ecc;
  8. diremo addio alla perniciosa strategia neomercantilista dell’export. Il guadagno reale è dato da tutto ciò che produciamo noi (fino alla piena occupazione) più quello che producono molto meglio soggetti esteri. Adottare la nuova lira è necessario per rigettare il piano dell’elite europee che prevede per i lavoratori europei condizioni di lavoro neo-feudali;
  9. lo Stato deve tornare ad adempiere all’unico compito per cui esiste: garantire ai cittadini la sicurezza del futuro, deve rappresentare la base per eliminare quell’ansia per cui domani potrebbe caderci il mondo addosso. I cittadini devono esigere questo e controllare il corretto funzionamento della macchina statale;
  10. tornare alla nuova lira perché dobbiamo tornare Italia, perché l’Europa e nessun altro continente merita questo scempio. L’Unione Europea non ce lo permetterà mai.

Questo articolo vuole rappresentare una proposta su cui riflettere. Ha avuto inizio un attacco durissimo per screditare chi sostiene un ritorno al benessere e alla prosperità, che passa esclusivamente attraverso il recupero della sovranità monetaria. Non c’è altra strada.

Dedicato a tutti quelli che: la MMT e il ritorno alla piena sovranità monetaria con la Banca Centrale che finanzia il Tesoro e con quest’ultimo che fissa il proprio tasso d’interesse sui titoli di Stato appartengono al mondo dei sogni.
Un omaggio a voi:

regnodtalia1lira400pixel«Il miglioramento nel bilancio corrente che nel frattempo si era registrato (la copertura delle entrate correnti al netto degli interessi venne infatti raggiunta nel 1865) venne vanificato dagli eventi che occorsero nel 1866. In primo luogo una crisi finanziaria internazionale fece precipitare le quotazioni della rendita italiana all’estero, dalle 66 lire di marzo alle 49 di fine aprile, e fino a punte ancora inferiori. Le banche restringevano il credito; si iniziava la corsa agli sportelli (apro una parentesi: vi ricorda qualcosa la caduta  dei titoli del debito pubblico italiano, la stretta creditizia del sistema bancario e la corsa agli sportelli? nda). Fu in questo clima che il Ministro delle Finanze Scialoja fece approvare il 30 aprile un disegno di legge che accordava “al governo la facoltà di provvedere per via di decreti reali, anche con mezzi straordinari, ai bisogni della finanza” […] Il 10 maggio successivo fu emanato un decreto che obbligava la Banca Nazionale a dare un mutuo al Tesoro di 250 milioni di lire al tasso di interesse (in seguito da più parti criticato) dell’1,1/2%, proclamando al contempo il “corso forzoso” di tutti i biglietti di banca in circolazione. Questa decisione, presa sotto l’incalzare degli eventi e quindi dettata più dalla necessità che da una libera scelta di politica economica, si rivelò molto più determinante per i destini del Debito Pubblico italiano (e dell’intera economia italiana) di quanto non sembrasse in un primo momento. Se, infatti, prima di tale provvedimento, l’unica alternativa al puro e semplice collocamento di prestiti consolidati (e di Buoni del Tesoro) era stata l’alienazione di patrimoni pubblici, ora si presentava anche percorribile il canale della creazione di moneta che, come vedremo, sarà ampiamente sfruttato».

Sì, avete letto bene, nel lontano 1866 il neonato Stato italiano si finanziava anche creando moneta tramite quella che allora era la Banca Nazionale (antenata della Banca d’Italia che verrà istituita nel 1893). E c’è di più:

«Dopo un anno (il 1869) di relativa calma, nel 1870 Sella, ritornato al Ministero delle Finanze, si ritrovò di nuovo di fronte al problema del ripianamento dei deficit residui, […]. Sella propose quindi una convenzione con la Banca Nazionale per il versamento di altri 122 milioni, il che avrebbe portato il debito totale del governo verso la Banca a 500 milioni. […] Il “rubinetto” della Banca Nazionale era assai allettante e, in un primo tempo, sembrava privo del tutto di effetti collaterali negativi che non fossero quelli dell’aggio dell’oro. […] Si continuò in tale direzione per sistemare gli ultimi buchi di bilancio, evitando la crescita esponenziale della spesa per interessi che si era verificata nei primi 10 anni: tra il 1862 e il 1871 essa si era pressoché triplicata! Le operazioni di credito con la Banca Nazionale erano però diventate ormai di importo talmente consistente, che la Banca si prestò a farle solo contro deposito in garanzia di titoli di Stato, ossia seguendo il metodo instaurato nel 1870 in occasione della convenzione relativa alle obbligazioni ecclesiastiche. In tal modo lo Stato registrava l’emissione di una nuova rendita, pagava regolarmente gli interessi, che gli venivano restituiti, e in cambio riceveva danaro liquido sborsando per esso solo lo 0,60%».

Cosa si può fare, dunque, per rimediare a una spesa per interessi divenuta insostenibile? Si devono fare le riforme strutturali? Si devono ascoltare i mercati e distruggere un paese a colpi d’austerità? All’epoca il rimedio adottato fu un altro: lo Stato emetteva titoli a un tasso prefissato, li vendeva alla Banca Nazionale, pagava su quei titoli interessi esigui che indovinate un pò: gli venivano in seguito restituiti dalla banca stessa. Ah giusto, ma oggi non si può fare perché c’è la Cina e l’Euro serve per difenderci contro l’invasione gialla.

La fonte (disponibile qui): Il ministero del Tesoro. Direzione generale del debito pubblico. Relazione del direttore generale alla commissione parlamentare di vigilanza. Il debito pubblico in Italia 1861-1987, Volume I (1988).FONTE: http://memmttoscana.wordpress.com/

 

I fully support open debate with the heterodox and mainstream Italian economists on this life and death matter.
Unemployment is indeed an inexcusable crime against humanity perpetrated by governments that fail to allow sufficient deficit spending to cover the tax liabilities and savings desires. Intentionally or not, those perpetuating the crime of unemployment have blood on their hands.  They are fully responsible for the death and destruction of the lives and property in its wake.
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Sono pienamente a favore di un dibattito aperto con gli economisti sia eterodossi che classici italiani su questa questione di vita o di morte.La disoccupazione è veramente un crimine contro l’umanità senza scusanti, perpetrato da governi che si rifiutano di permettere deficit sufficienti per permettere al pubblico di pagare le tasse e di risparmiare. Intenzionalmente o no, costoro che perpetrano il crimine della disoccupazione hanno sangue sulle loro mani. Sono pienamente responsabili per la morte e la distruzione delle vite e dei beni che si lasciano dietro di sé.
Warren Mosler, 27/03/2013
FONTE: http://paolobarnard.info/

(Scambio di email)
Dijsselbloem ha puntualizzato chiaramente che gli azionisti, gli obbligazionisti e poi i
I titolari di depositi non assicurati sono a rischio quando una banca ha problemi.
Sì.
Sembra che il cambio eur / usd scenderà fino a quando Draghi dirà che la BCE farà tutto ciò che  serve per proteggere i titolari di conti bancari. Come vede il cambio eur / usd dopo gli avvenimenti di Cipro, i quali costituiscono un precedente, e le chiare dichiarazioni di Dijsselbloem?
Bella domanda! Tecnicamente l’euro scende a causa di riallocazioni di portafoglio. Ma l’euro guadagna anche un fondamentale supporto dalla riduzione forzata delle attività finanziarie nette.
Gli spread dei rendimenti scontano il rischio di confisca, rinforzando ulteriormente il premio per la Germania relativamente al suo debito pubblico.
Accadrebbe lo stesso con i depositi bancari se non fosse per il fatto che i prestiti della BCE alle banche coprono i costi di finanziamento. E così molti depositi si spostano verso le banche tedesche e la BCE incrementa i prestiti (al sistema bancario).
Il PSI (*decurtazione dei bond emessi dalla Grecia non detenuti dalla BCE, avvenuta nel 2012) della Grecia fu presentato come evento unico e irripetibile ma ora la credibilità di questo ed altri proclami è svanita.
Ora è chiaro che “Tutto ciò che è necessario (per salvare l’Euro”, la frase pronunciata da M. Draghi il 26.7.2012 NDT) comprende la tassazione sui depositi bancari così come sulla detenzione di titoli del tesoro, senza dimenticare le tasse sulle transazioni.
Tutto per lo scopo ultimo della riduzione del debito, ovvero la riduzione degli asset finanziari netti del settore privato.
E c’è di peggio.
La reale promessa dell’Euro è mutata da armonia e sviluppo a sangue e lacrime senza fine, e senza che ci sia una finalità pubblica ultima.
Tutti si chiedono “qual è il punto principale?”
Lunedi sera c’è stata una lunga intervista con Dijsselbloem sulla TV olandese dopo che i mercati avevano reagito con durezza nel pomeriggio a seguito dei suoi commenti. Lui non ha ritrattato neanche una parola. Indirettamente, le sue dichiarazioni hanno esplicitato il fatto che la garanzia dei depositi bancari in eurozona presenta dei limiti dovuti ai vincoli degli stati membri che non sono più sovrani dal punto di vista monetario. Quando l’intervistatore gli ha chiesto se il limite di 100mila non fosse troppo elevato, ha ammesso che è molto elevato. Non si è spinto fino a dichiarare che solo una garanzia da parte della BCE sarebbe credibile e in grado di tutelare il 100% dei depositi bancari.”
Non è una buona cosa.
FONTE: http://moslereconomics.com/

Il grande messaggio di John Maynard Keynes fu che nel momento del bisogno (come oggi!) e per evitare sofferenze sociali tragiche (come oggi!), lo Stato può curare l’economia con sufficienti iniezioni di investimenti a deficit, certo, a deficit!, fino a raggiungere la prosperità

La “foglia di fico” evocata da Grillo nei giorni scorsi dovrebbe spettare al Ministro dell’Economia italiano, Vittorio Grilli. Dopo le precedenti “confessioni” da parte di Monti («Il rigore ha aggravato la crisi»), Draghi («risanare con tasse è recessivo»), Napolitano («sappiamo che i tagli alla spesa pubblica hanno conseguenze recessive sull’economia») e del capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Olivier Blanchard («il rigore eccessivo blocca la crescita»), anche Grilli ha ammesso che la ripresa e la crescita, ormai invocate da mesi e sempre puntualmente rimandate, non arriveranno neanche nel 2013: «per il 2013 il Pil è previsto ancora in calo con un -1,3% e la crescita tornerà l’anno prossimo» (21 marzo 2013).
Anche il ministro, dunque, è costretto a riconoscere un fatto ormai innegabile: l’austerità genera un’inesorabile recessione economica. Meno spesa e più tasse riducono il reddito del settore privato (famiglie e imprese) e l’economia viene deliberatamente gettata in un pozzo senza fondo.
Siamo di fronte all’ennesimo autogol di un governo che continuare a definire “tecnico” senza cadere nel ridicolo appare assai ardito. Basta scorrere le dichiarazioni degli ultimi mesi del ministro per capirlo: «Riteniamo che dal secondo trimestre in avanti del prossimo anno riusciremo a riprendere a crescere» (31 ottobre 2012); («sappiamo che già nel 2013 si vedrà la ripresa […] dal secondo trimestre in poi» (11 novembre 2012); «Non ho elementi per cambiare le nostre previsioni di un ritorno alla crescita nella seconda metà del 2013» (11 dicembre 2012); «Mi sembra che tutti convergano sul fatto che la seconda metà del 2013 sarà in positivo» (11 marzo 2013).
Come abbiamo già visto per le previsioni della BCE, anche il Ministero dell’Economia non manca davvero di altrettanta incompetenza. Il Documento di Economia e Finanza del 18 aprile 2012, in cui sono contenute le linee programmatiche di politica economica da parte del Governo, prevedeva infatti una contrazione del Pil del 1,2% nel 2012 e una ripresa nel 2013, con un + 0,5% (vedi Figura 1).

Figura 1 - Documento di Economia e Finanza, 18 aprile 2012, p. 9.
Figura 1 – Documento di Economia e Finanza, 18 aprile 2012, p. 9.

La successiva nota di aggiornamento del 20 settembre 2012, a soli 5 mesi di distanza e in piena cura Monti, rivedeva le stime precedenti al ribasso, con una contrazione del Pil per il 2012 del 2,4% e un leggero ulteriore calo nel 2013 dello 0,2% (vedi Figura 2).

Figura 2 - Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2012, 20 settembre 2012, p. 5.
Figura 2 – Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2012, 20 settembre 2012, p. 5.

Ma Grilli, come abbiamo visto, rassicurava tutti e prometteva l’inizio della ripresa per la seconda metà dell’anno. Adesso arriva la doccia fredda e lo stesso Grilli dice: ci siamo sbagliati (ancora)! Niente ripresa nel 2013, anzi Pil giù dell’1,3%. Se ne parla il prossimo anno. Ovviamente, per quelli che ci credono ancora.
FONTE: http://memmttoscana.wordpress.com/

Gary Kaminsky è il prossimo vice-presidente del management di portafoglio presso Morgan Stanley. In questa intervista dichiara:
I tassi di interesse a un certo punto dovranno aumentare
Sì, quando la FED li aumenterà, Gary
Le azioni della FED hanno penalizzato i risparmiatori
E cosa dici a proposito dei “risparmiatori” nel mercato azionario? E riguardo i debitori? LA FED li ha aiutati.
Stanno penalizzando coloro che rispettano le regole
Quali “regole”? Comprare azioni quando i tassi d’interesse stanno diminuendo non è una “regola”? Rinegoziare il mutuo della tua casa quando i tassi d’interesse stanno diminuendo non è una “regola ”? (O un buon consiglio, per lo meno)
Nessuno sa quando saliranno i tassi. La FED ha avuto una responsabilità su questo”.
Lo so io, Gary. I tassi saliranno quando la FED li farà salire, proprio come hai detto tu: “la FED ha una responsabilità su questo.”
Io non so quando, né penso che qualcuno lo sappia”
Sì, io lo so, Gary
I tassi sono artificialmente bassi” (una frase alla Peter Schiff, anche se non gli ho mai prestato molta attenzione mi pare il suo stile)
Al contrario, lo zero % è la norma. I tassi elevati sono artificiali.
Il prossimo Vice-presidente di Morgan Stanley, che non sembra capire un granchè quando parla di mercati azionari.
Fonte: Incoming Vice-Chairman of Morgan Stanley, Gary Kaminsky, doesn’t seem to know a whole lot about anything

Summit Rimini 2012 - Paolo Barnard

Ecco cos’è accaduto veramente alla democrazia e alla ricchezza comune. E a vantaggio di chi. Un’ inchiesta di rigore scientifico che si è avvalsa della consulenza di dodici economisti internazionali

Premessa:
Lollo, capire chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti il sedere. Se no rimani un cittadino coglione che tutti possono prendere per il deretano. Ok Lollo? Dai, mettiti d’impegno.
E adesso Lollone mio andiamo dentro al genio di Keynes e qui la fatica la faccio io, non tu, perché semplificare l’opera di questo uomo, che è poi soprattutto la celeberrima Teoria Generale, è un casino della malora. Ma siccome sono al quarto Pinot mi sa che ce la faccio. Pronti, via.
Keynes si pone un problema, cioè: cosa fa girare bene l’economia? Un’economia gira bene se c’è ‘domanda’, osserva. Allora cosa crea la domanda ‘effettiva’, che significa, cosa crea le condizioni perché ci sia richiesta (domanda) di beni e servizi e produzione?  Infatti se c’è questa domanda ci saranno posti di lavoro per produrre, investimenti, redditi, e prosperità. Allora Keynes  individua due componenti fondamentali per avere la domanda ‘effettiva’.
A) LA FUNZIONE DEL CONSUMO. Significa il meccanismo secondo cui un soggetto decide quanto spendere per consumare prodotti e servizi. Keynes dice che va studiato questo meccanismo per capire se ci saranno soldi che girano.
B) LA DECISIONE DI INVESTIRE. Significa che cosa spinge un soggetto a investire nell’economia. Keynes pensa soprattutto agli investitori, che potrebbero decidere di aprire fabbriche, aziende, ecc. Anche questo va studiato bene.
Allora, il punto A). Keynes ci dice che secondo lui la gente comune tende a spendere 90 centesimi per ogni dollaro che guadagna (uso dollaro come esempio). Ma ci sono delle variabili. Per esempio un professionista ricco spende meno di 90 centesimi per ogni dollaro, perché si può permettere di risparmiare più di un impiegato. Poi spesso le classi basse addirittura sono costrette a spendere di più di 100 centesimi per ogni dollaro guadagnano, e vanno a debito. Quindi, conclude Keynes, la FUNZIONE DEL CONSUMO dipende strettamente dal tipo di reddito che uno ha. Ma comunque in media la gente spende il 90% di quello che guadagna, ok? Allora Keynes ne deduce che ci sarà un 10% di cose prodotte che rimangono sempre invendute, e questo è male, è un problema per l’economia.
A questo punto Keynes dice che l’unica cosa che può riempire questo buco è l’investimento nell’economia, la DECISIONE DI INVERSTIRE. Ma cosa spinge qualcuno a investire? Eh già, questo è un problema fondamentale anche oggi Lollo, dove siamo tutti speranzosi di avere investitori che creano posti di lavoro. Keynes qui afferma una cosa drastica e verissima: uno investe SOLO SE E’ OTTIMISTA sul futuro dell’economia. Infatti l’investimento non dipende, come i consumi, dal reddito. Dipende dalle aspettative che un investitore ha di farci un ricavo. Magari l’investitore ha anche un bel gruzzolo, ma è inutile, se non è ottimista sulle prospettive dell’economia non investirà un cavolo, conclude Keynes. Addirittura, se invece c’è ottimismo sull’economia gli investitori investiranno anche se non hanno soldi (prestiti).
Ora attttttentoooooo!
Questo è un punto crucialissimissimissssssimo. Vedi cosa succede oggi? Oggi l’Eurozona ha stabilito regole economiche che di per sé distruggono l’economie dei Paesi membri. Keynes aveva previsto che in una situazione depressa gli investitori non avrebbero mai investito, e infatti da noi è proprio così. Non investe nessuno, non si creano posti di lavoro e redditi. Ma questo ci impoverisce ancora di più, e allora l’investitore teme sempre di più e investirà sempre di meno… e così via come un cane che si morde la coda. Capisci Lollo che razza di disastro hanno creato quelli che W l’euro!, W le regole del rigore! Stocazzo. E’ una condanna senza via d’uscita. E infatti anche quelle operazioni che fa Draghi alla Banca Centrale Europea sono del tutto idiote, come disse Keynes. Draghi si è inventato il LTRO, cioè pompa soldi a tassi bassissimi nelle banche europee credendo che poi queste torneranno a investire o prestare alle famiglie e aziende. Ma non lo fanno! Proprio per quello che disse Keynes: nessuna banca apre i rubinetti se è pessimista sull’economia, Cristo! Ma ci vuole molto a capirlo?
Ma Keynes era un genio, e predisse anche un’altra cosa nel capitolo 17 della Teoria Generale. La faccio semplice: se gli investitori si trovano appunto in un’economia che va sempre più in depressione, sai cosa faranno? Decideranno, disse Keynes, di investire solo in beni finanziari (beni liquidi), cioè speculazione che non crea nessun posto di lavoro né vera economia. Disastro. Infatti, gli investitori per investire invece in beni reali e posti di lavoro (beni illiquidi) pretenderanno degli interessi altissimi per coprirsi dai rischi. Ecco Lollo, eccoti esattamente la situazione catastrofica e distruttiva di oggi, Cristo!, dove gli investitori non stanno aprendo aziende, anzi, falliscono in massa, e dove quindi la spirale negativa dell’economia va sempre più in basso con la disoccupazione sempre più in alto, come predisse Keynes. Mentre dall’altra parte hai investimenti folli in speculazione.
Per finire questa tappa Keynesiana, arrivo alla ricetta che Keynes diede per rimediare al disastro sopra descritto. E indovina cosa disse? Disse che in quelle condizioni di pessimismo generale e di depressione SOLO lo Stato è in grado di intervenire a stimolare l’economia con i suoi investimenti. E DEVE farlo, ci dice Keynes. Riassumo: gli investitori investiranno e creeranno posti di lavoro solo se sono in un’economia che promette bene; gli investitori non assumeranno MAI e poi mai neppure se sti tecnocrati Neoclassici delinquenti (Fornero) abbassano gli stipendi come in Kosovo, sempre perché sono pessimisti sull’economia; questo significa che il Mercato da solo non eliminerà mai la disoccupazione; infatti meno redditi ci sono meno la gente spende meno gli investitori guadagnano e meno investono. A questo punto solo lo Stato può intervenire a stimolare l’economia coi suoi soldi.
Ma Lollo, te lo sto dicendo da 9 puntate: oggi TUTTI GLI ECONOMISTI al potere e tutti i Trattati europei sovranazionali (+potenti dello Stato) ci impongono che lo Stato NON SPENDA ASSOLUTAMENTE, anzi, deve risparmiare. Immagina, adesso che conosci Keynes, come diavolo se ne esce. Ed è un disastro epocale che paghiamo sulla pelle di milioni di famiglie.
Soluzioni Lollo?
(Lollo alza il braccio destro e lo pone su un magnum di Vodka… mi sembra di capire cosa mi sta dicendo)
FONTE: www.paolobarnard.info
1. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Adam Smith
2. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Thomas Robert Malthus
3. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-David Ricardo
4. La Storia dell’Economia (che dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (prima parte)
5. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (seconda parte)
6. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (terza parte)
7. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Dall’Anarchismo a Weimar
. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-John Maynard Keynes (prima parte)
9. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-John Maynard Keynes (seconda parte)