Agenda Monti
I recenti inaccettabili episodi di corruzione e malcostume emersi nelle cronache impongono una sterzata: la drastica riduzione dei contributi pubblici anche indiretti ai partiti e ai gruppi parlamentari e dei rimborsi elettorali, con l’introduzione di una disciplina di trasparenza dei bilanci con la perfetta tracciabilità dei finanziamenti privati e una soglia massima per gli stessi contributi.
ME-MMT
La corruzione e il malcostume della nostra classe dirigente devono essere sicuramente stigmatizzati, e tali condotte contro la legge devono essere punite con la massima severità. È indubbio poi che la “politica” nostrana abbia costi più elevati rispetto agli altri Paesi e che spesso tali spese siano destinate ad alimentare apparati clientelari e inefficienti. Insomma, lungi da noi voler difendere la cosiddetta casta o sollevarla dalle proprie responsabilità. Riteniamo, però, che un dibattito lucido e distaccato sull’attuale crisi economica debba valutare quanto i cosiddetti costi della politica incidano realmente sui bilanci dello Stato e sull’economia. Un confronto utile è quello con i costi richiesti all’Italia dagli ultimi Trattati Europei (il Fondo Salva Stati – EFSF – sostitutito dal Meccanismo Europeo di Stabilità – MES – e il cosiddetto Fiscal Compact), varati all’insegna del coro: “Più Europa”.
Il confronto è impari: i vari sacrifici richiesti all’Italia per restare nell’Euro peseranno infatti sui bilanci pubblici, e quindi sulle tasche degli italiani, per oltre 45 miliardi di euro nel 2013 (e l’esborso sarà il medesimo negli anni successivi); il tutto a fronte di meno di 6 miliardi complessivi riconducibili ai cosiddetti costi della politica. A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che in realtà i costi del Fiscal Compact non sono realistici in quanto assumono una crescita del Pil nulla, mentre se il Pil crescesse, il suo rapporto con il debito pubblico calerebbe (il Trattato, infatti, impone di riportare tale rapporto al 60% dall’attuale 126%, entro 20 anni). Tutto vero, ma solo a patto che il Pil aumenti. Il problema, in una fase di profonda e prolungata recessione come quella attuale, è che l’imposizione del pareggio di bilancio (sempre contenuta nel Fiscal Compact) condurrà a un inevitabile inasprimento delle politiche di austerità da parte del governo (i cui esiti sul Pil si sono visti nell’ultimo anno: -2,3%). In questo caso, allora, il conto potrebbe essere ancor più salato e la nostra previsione rivelarsi ottimistica.
Chiudiamo tornando all’Agenda Monti: è vero, «il costo maggiore della politica sono le decisioni sbagliate».
–TRATTO DAL DOCUMENTO AGENDA MONTI: COSA DICE E COME RISPONDE LA ME-MMT (SCARICA LA VERSIONE INTEGRALE IN PDF)