Debito pubblico e crescita: Agenda Monti vs ME-MMT
Agenda Monti
a. Attuare in modo rigoroso a partire dal 2013 il principio del pareggio di bilancio strutturale
b. ridurre lo stock del debito pubblico a un ritmo sostenuto e sufficiente in relazione agli obiettivi concordati
c. ridurre a partire dal 2015, lo stock del debito pubblico in misura pari a un ventesimo ogni anno, fino al raggiungimento dell’obiettivo del 60% del prodotto interno lordo
d. proseguire le operazioni di valorizzazione/dismissione del patrimonio pubblico
ME-MMT
In un sistema economico ad ogni debito corrisponde un credito. La contropartita del debito pubblico è il risparmio del settore privato, per cui una riduzione del debito pubblico significa necessariamente riduzione del risparmio privato, ed è quello che sta già avvenendo: nel 2012 Il Governo Monti ha ridotto la spesa a deficit dell’Italia (da 3.9% a 2.6%) e così facendo ha ridotto reddito, capacità di spesa e di risparmio del settore non governativo Italiano; il 40% delle famiglie nel 2012 non è riuscita a risparmiare, e il 31% ha speso più del proprio reddito, indebitandosi. Il Governo Monti ha impoverito l’Italia.
Il PIL dell’Italia è oggi di circa 1600 mld di €. Il debito pubblico dell’Italia è oggi di 2000 mld, pari al 126% del Pil.
Il pareggio di bilancio per lo Stato comporta che gli introiti da tasse siano pari alla somma delle spese dello Stato più gli interessi sul debito di 85 mld; inoltre dal 2015 il debito totale dovrà decrescere annualmente di altri 52 mld (1/20 di 1000 mld): dunque 135 mld l’anno di fabbisogno aggiuntivo rispetto al saldo primario (tasse-spese) in pareggio. Di questo importo, circa 40 sarebbero compensati da una inflazione prevista al 2% e per circa 15 dalle dismissioni del patrimonio.
Il fabbisogno sarebbe quindi pari a 80 mld l’anno, e potrebbe essere soddisfatto con una crescita del 4% annuo di PIL.
In presenza di crescita annua del PIL 0% occorrerebbe ogni anno un manovra di nuove tasse e tagli per 80 mld;
in un anno come il 2012 (PIL -2,6%) si creerebbe una forbice di circa 100 mld, da soddisfare con tagli e tasse… Insostenibile, e sicuramente impossibile che questi tagli e tassazione portino la crescita.
DAL PROGRAMMA DI SALVEZZA NAZIONALE ME-MMT PAG. 6
“Riacquisire la sovranità monetaria uscendo dall’Eurozona significherebbe per l’Italia la salvezza dell’economia nonostante il suo alto debito. Il Giappone oggi ha circa il 240% debito/PIL ma paga tassi d’interesse vicini allo 0, ha un tasso d’inflazione vicino allo 0. E non è nei PIIGS. Il suo debito di Stato enorme non è un problema, e non è il debito dei cittadini, al contrario, è l’attivo dei cittadini che ne detengono una grossa fetta. Lo Stato giapponese non ha alcun problema a ripagare i suoi creditori nonostante l’immenso indebitamento, e nulla cambierebbe se i creditori fossero stranieri. Inoltre la valuta giapponese, lo yen, è tra le più richieste come valuta di riserva sui mercati internazionali. Questo perché Tokyo possiede la sua moneta sovrana e dunque, come detto dal Nobel Krugman, “Nazioni che hanno una moneta sovrana non soffrono i danni dell’Eurozona, infatti l’America che ha una moneta propria non ha questo tipo di problemi”–TRATTO DAL DOCUMENTO AGENDA MONTI: COSA DICE E COME RISPONDE LA ME-MMT (SCARICA LA VERSIONE INTEGRALE IN PDF)
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