Olli Rehn è il vice presidente della Commissione europea e Commissario per gli affari economici e monetari. Finlandese, ex calciatore, ha dichiarato che l’euro-zona deve continuare a procedere lungo il corso dell’austerità.
Il 12 dicembre 2012 ha tenuto un discorso presso  l’European Policy Center, (EPC), think tank “indipendente” con sede a Bruxelles, la cui mission è favorire l’integrazione europea.*
Precisamente si trattava di un breakfast briefing, cioè avere la possibilità di sorseggiare un tè mentre Rehn asserisce:
“…dobbiamo tener presente che il rapporto debito pubblico/PIL nell’UE è passato dal 60 al 90%. È ampiamente riconosciuto, secondo ricerche accademiche, che se il debito pubblico supera il 90%, tende ad avere un impatto negativo sul dinamismo economico, traducendosi in bassa crescita per molti anni.”
Rehn afferma che, se il rapporto debito pubblico/PIL supera il 90%, sono guai.
Noi MMTers cosa faremmo in una situazione del genere? Semplice, aspetteremmo la fine del discorso e mostreremmo il paper che mmtitalia.info aveva già pubblicato a settembre: “un debito sovrano eccessivo compromette davvero la crescita?” di Wray e Nersisyan.
I due scrivono: “Non vi sono probabilmente argomenti più scottanti di quello circa l’impatto dei deficit di bilancio governativi, e del debito, sulla crescita di lungo periodo. La peggiore crisi dai tempi della Grande Depressione ha provocato un rigonfiamento dei deficit di bilancio nella maggioranza dei Paesi, poiché sono crollate le entrate fiscali, i governi hanno salvato le istituzioni finanziarie e sperimentato politiche fiscali anti-cicliche. Ad esclusione di ragguardevoli eccezioni, la maggior parte degli economisti accoglie l’opportunità dell’espansione dei disavanzi di bilancio nel breve periodo, ma teme eventuali effetti a lungo termine. (…) Gli economisti mainstream ― in molti casi, gli stessi che hanno contribuito a generare questa crisi ― sono ancora là fuori a dare consigli su come ridurre “l’enorme” deficit e il debito. La maggior parte degli “esperti” confonde la solvibilità con alcuni parametri di “sostenibilità” sulla base di alquanto arbitrari rapporti debito/PIL e deficit/PIL. Questi indici potrebbero essere applicati sotto un regime di tassi di cambio fissi o sotto un regime di gold standard, ma non assumono alcuna rilevanza per un Paese con una propria valuta non convertibile. Quando si parla di debito e di deficit non vi sono numeri magici o indici che siano rilevanti per tutti i Paesi, di tutte le epoche. Non vi sono soglie che, una volta oltrepassate, saranno insostenibili o condurranno ad una crescita più bassa. Dato il livello di risorse che il settore non governativo vuole utilizzare, quanto ampio deve essere il disavanzo governativo per allocare il resto delle stesse? Più di cinquant’anni fa, Abba Lerner fornì la risposta a questo problema. Se vi sono disoccupati involontari (aggiungeremmo anche sottoccupati) significa che il deficit è troppo basso. Il governo dovrebbe tagliare le tasse o incrementare la spesa pubblica.”
Andate alle conferenze degli “esperti” e mostrate a tutti i presenti quanto ignoranti o in malafede sono.
*Da approfondire: perché la Compagnia di San Paolo di Torino è partner strategico di EPC? Compagnia di San Paolo, accettereste di essere anche nostro partner strategico?