Il nuovo premier giapponese: “… all’estero non hanno nessun diritto di darci lezioni…” (Foreign countries have no right to lecture us,” Finance Minister Taro Aso… told reporters at a briefing in Tokyo on Dec. 28). Questo a proposito del fatto che il Giappone ha appena avuto il 6 dicembre un’elezione giocata e vinta tutta sulla promessa di obbligare la Banca Centrale a stampare moneta per finanziare i deficit pubblici, A COSTO ZERO e svalutare lo Yen. Dall’America e dal “mercato finanziario” stanno piovendo critiche e i giapponesi indicano gentilmente di andarsi a farsi fottere.

Al contrario il prossimo probabile premier italiano dichiara al Financial Times : “..Sono d’accordo con molte delle critiche che la Germania fa a Paesi come l’Italia, perché sono le stesse critiche che muovo a Berlusconi” ha detto Bersani.

E’ dalla fine del Rinascimento che il dramma dell’Italia sono quelli che si alleano con gli stranieri per imporsi con il loro aiuto, a detrimento degli interessi nazionali (incluso Cavour e i piemontesi…). In Giappone invece a gente come Monti o Bersani farebbero fare harakiri e in Cina o Corea qualcosa di simile.

La Cina seguendo a ruota il Giappone ha annunciato subito dopo lunedì che farà RADDOPPIARE il deficit pubblico che aumenterà di circa 80 miliardi di dollari fino a 192 miliardi (“China Budget Gap Said Set to Widen 50% to $192 Billion”)
Antica saggezza orientale che se ne fotte della spread e di “quello che diranno i mercati finanziari”. Non è che bisogna sforzarsi le meningi o rileggere gli economisti, basterebbe leggere cosa danno fuori d’Europa per sapere cosa fare: imitare coreani, cinesi e giapponesi ad esempio, obbligando la Banca d’Italia a stampare moneta per finanziare A COSTO ZERO IL DEFICIT E SVALUTARE LA MONETA.
Queste elezioni si giocano su chi è contro il “Fiscal Compact” cioè per aumentare i deficit pubblici (come USA, Inghilterra, Giappone e di recente anche Cina appunto) e chi è per il “Fiscal Compact”, cioè per azzerare il deficit pubblico aumentando le tasse e strangolando l’economia seguendo i diktat della Troika.

«Non voglio rinegoziare il fiscal compact né nessuno degli accordi raggiunti nell’ultimo anno, ma è necessario guardare avanti», osserva Bersani al Financial Times…. l’austerità, che è necessaria, nel lungo periodo potrebbe diventare un rischio».
«Se sarà il mio turno di governare il Paese, sono pronto a discutere come rafforzare il meccanismo di disciplina di bilancio per il monitoraggio dei bilanci nazionali in cambio di nuove politiche volte a stimolare l’economia». Lo dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato dal Financial Times a Londra. Bersani chiarisce che la proposta dal ministro delle Finanze tedesche, Wolfgang Schauble, di nominare una sorta di ‘commissario’ alla valutazione dei bilanci nazionali, non sarebbe la sua opzione preferita. Ma si dichiara d’accordo con il principio illustrato da Schauble aggiungendo di essere pronto a lavorare con la Germania per creare un nuovo organismo con poteri d’intervento nel caso in cui un paese non rispettasse le regole di bilancio: «Sono pronto a ragionare su un piano del genere – dice Bersani – …
Bersani rivendica al quotidiano finanziario di aver «aiutato l’Italia ad aderire all’euro: io sono il segretario del partito più europeista d’Italia e ho sostenuto tutte le politiche e le riforme che l’Europa ha chiesto di fare nel corso degli anni. Vogliamo accelerare il processo di integrazione come rimedio per battere la recessione – aggiunge – che sta danneggiando l’intera Europa. Fino ad ora abbiamo fatti alcuni passi in avanti, ma ancora di più deve essere fatto». «Non ho intenzione di litigare con la Germania – chiarisce ancora – Voglio che l’Italia abbia un rapporto serio, franco ed amichevole con la Germania …

Bersani ha quindi appena detto al Financial Times (ai “padroni” della finanza globale diciamo) che è per il “Fiscal Compact”, addirittura è per rafforzare il meccanismo di disciplina, che è il più europeista di tutti, rivendica di aver spinto per l’euro e lecca il didietro al punto di dire che è “… d’accordo con molte delle critiche che la Germania fa a paesi come l’Italia..” (dall’Unità).
Qui si gioca tutto su chi è per il “Fiscal Compact” e chi è contro e Bersani, assieme a Monti, è quello da battere.
(A dire la verità gente che tradisce così il suo Paese per ingraziarsi i poteri finanziari globali andrebbe deportata e privata della cittadinanza italiana)
FONTE: http://cobraf.com/