L’unica arma? La cultura

Madrid, Roma, Atene, Lisbona, l’Europa si ferma a causa di scioperi e manifestazioni coordinate a livello europeo. Si chiede lavoro e dignità domandandosi fino a che punto la Troika è disposta a farci patire.
Torino, Padova, Milano, Brescia, Napoli, Palermo, l’Italia di Mattei e Olivetti è sfigurata nell’anima da Monti, Grilli, Passera, da alcuni onorevoli che non meritano la maiuscola, la cui ignoranza e malafede è evidente.
L’Italia piange, ma gli italiani che fanno? Oggi, 14 novembre 2012 sono scesi per strada uomini e donne, per protestare contro le misure adottate da un governo che con perseveranza criminale mira a cancellare qualsiasi rantolo di dignità umana: la kossovizzazione della mia Patria è alle porte, anche per merito degli italiani.
A voi ho da dire questo: da decenni scendete in piazza, da quando ero bambino passano di fronte a me le iniziative sindacali e studentesche, risultati ottenuti? Zero. Si ripete sempre lo stesso film: un corteo, una scintilla e gli scontri. Questa direzione è controproducente ed è bene cambiare sceneggiatura.
La vera arma a disposizione dei cittadini non sono le molotov, le spranghe e le bombolette spray. Il mezzo che noi massa di gente comune abbiamo a disposizione è uno solo: la cultura. La cultura ci permette di accrescere il nostro spirito critico, saremo in grado di decidere cosa è meglio per noi da un punto più alto rispetto al precedente. Avremo a disposizione una figura d’insieme più vasta e la decisione sarà presa più agevolmente. Nel momento in cui un cittadino è reso edotto di come funziona realmente l’economia, capirebbe che ci hanno preso in giro. Immagina Bersani o Alfano nella tua città e una piazza vuota. Pensa al pubblico di Sky che intima all’unisono ai 5 candidati del PD di farsi da parte perché palesemente non in grado di governare il Paese. Questo però non accade. Il cittadino non legge i programmi elettorali, non ha spirito critico, è drogato dai messaggi mistificatori che i giornalisti ripropongono in eterno finché noi non cediamo ad una catalessi che ci pone dentro una cabina per disegnare una croce. Perché lo hai votato? Chiedetevi perché li avete votati.
Paolo Barnard ha capito, prima di molti altri, che l’unica rivoluzione di cui c’è bisogno è quella culturale, senza alternative. Un cittadino informato è un cittadino armato e l’arma più letale contro il Vero Potere è la cultura, che è a prova di lacrimogeni.
Portiamo la guida alla salvezza economica per l’Italia, disponibile a breve, ai politici e ai nostri vicini e smettiamola di pensare che non cambierà mai nulla.

0 commenti
  1. Nirvana
    Nirvana dice:

    Condivido appieno la riflessione a cui ci invita questo articolo. Dobbiamo svegliarci e spronare la gente intorno a noi proprio a vedere che le proteste – io compresa ho preso parte a molte dimostrazioni in piazza a mio tempo – sono sforzi sterili. Guardiamo il movimento dei NoGlobal, il movimento del 99%, le proteste contro le guerre, scoperi e dimostrazioni contro le politiche aziendali/sindacali, contro le controriforme (che se venivano chiamate riforme) nell’educazione scolastica, ecc. Bene niente s’e’ mai ottenuto che si possa annoverare come vera conquista – alla fine i governanti ti offrono una briciolina (se ti va bene) e per il resto continuano imperterriti ad ignorarci.
    Quindi mi associo a questo appello ARMIAMOCI di una cosa che non possono toglierci e non possono facilmente confutare e che anzi ci permettera’ di scoprire le loro carte false e i loro bari – LA CONOSCENZA DEI FATTI E DELLE IDEE.

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