«Il debito pubblico non è il debito dei cittadini, bensì il loro credito. Inoltre le tasse non servono a pagare la spesa pubblica e i servizi».
Questi sono solo due dei miti sfatati nel corso della conferenza “Crisi: è possibile uscirne se sai come farlo”
Archivio per mese: Settembre, 2012
Sopra, lo spot del summit.
“Lei può considerare veramente libero, un uomo, che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli?”
Sandro Pertini
Se hai un amico che vuole partecipare al summit ma non può economicamente, segui queste istruzioni.
Due dei concetti base per capire l’economia moderna sono la moneta e il debito pubblico di uno Stato. Nei telegiornali e sui quotidiani ne parlano in maniera difficile. Qui lo facciamo in maniera chiara.
Nell’ultimo suo libro, “Non ci possiamo più permettere lo Stato sociale. Falso” il corrispondente da New York di Repubblica dedica un capitolo alla Teoria della Moneta Moderna: “una rivoluzione copernicana”.
Già a ridosso del summit sulla Modern Money Theory dello scorso febbraio, Federico Rampini aveva pubblicato un articolo sulla MMT (pur senza citare l’imminente appuntamento organizzato da Paolo Barnard a Rimini). Ora, il corrispondente da New York di Repubblica ha dedicato un capitolo alla Teoria della Moneta Moderna nel suo ultimo libro “Non ci possiamo più permettere uno Stato sociale. Falso” edito da Laterza (pagine 110, euro 9).
Il quinto capitolo si intitola infatti “In cerca di un nuovo pensiero economico”. Qui Rampini compie un atto coraggioso ma ancor più intelligente. Luigi Zingales, professore all’Università di Chicago, in occasione di un incontro coi giovani bocconiani, inizia il suo discorso affermando che “tutti i movimenti di risposta a questa crisi, dagli Indignados a Occupy Wall Street, sono privi di un’alternativa. Rampini se ne frega della visione “Tina” dei neo-liberisti e apre la finestra alla Teoria della Moneta Moderna: “Le grandi crisi partoriscono le grandi idee” perché “la Grande Contrazione di cui siamo prigionieri dal 2008 ha mostrato i tragici danni di trent’anni di liberismo. Un altro approccio al rapporto fra pubblico e privato dev’essere possibile. Quale?”
Rampini non si spinge ad appoggiare apertamente le teorie degli Mmters; si limita ad elencarne i punti salienti. Ma è evidente, anche se non scritto, la sua speranza che la MMT possa essere la vera erede del pensiero di Keynes, adattato alle sfide del XXI secolo. “Hanno la certezza di poter trainare l’Occidente fuori da questa crisi, a patto che i governi si liberino di ideologie vetuste, inadeguate e distruttive. Una rivoluzione copernicana”: merito di Rampini è quello di ribadire che “il nuovo Keynes” oggi non è un profeta isolato. Galbraith Jr. è solo il più celebre dei cognomi, ma la MMT è una vera scuola di pensiero, ricca di cervelli e di think thank (…) non sono una corrente marginale”.
Nonostante Galbraith Jr. fu ascoltato da Obama “per la manovra di spesa pubblica pro-crescita”, la “vera forza della nuova dottrina” viene dai blog: The Daily Beast, New Deal 2.0, Naked Capitalism, Firedoglake hanno conquistato milioni di lettori: “è una conferma di quanto screditato sia il pensiero unico”.
Il giornalista di Repubblica elenca i temi della “rivoluzione copernicana” della Modern Money Theory: “Sconvolge i dogmi degli economisti, assegna un ruolo benefico al deficit e al debito pubblico. È un attacco frontale all’ortodossia vigente. Sfida l’ideologia imperante in Europa, che i rivoluzionari della Mmt considerano alla stregua di un vero oscurantismo”.
E ancora: “Non ci sono tetti razionali al deficit e al debito sostenibile da parte di uno Stato, perché le banche centrali hanno un potere illimitato di finanziare questi disavanzi stampando moneta”.
La Mmt, dunque, secondo Rampini, è lo strumento per garantire anche in Europa la permanenza dello Stato sociale che conosciamo? Il libro non dà risposte, segnala implicitamente questa possibilità; forse in Rampini primeggia l’ammirazione per quell’Europa germanica efficiente e competitiva, rispetto ai drammi degli Stati Uniti e alla corruzione e inefficienza del Sud Europa. Anche se il dubbio che il potere monetario garantito dall’euro sia alla base della forza tedesca è venuto anche a lui.
La crescita di un Paese risente dell’ammontare di debito pubblico? I bilanci pubblici devono essere “sostenibili”? Nersisyan e Wray rispondono a queste domande.
A Iglesias, il 29 settembre, alle ore 16.30, Daniele Basciu terrà un incontro per spiegare la MMT. Perché è bene sapere che esiste una via d’uscita alla depressione economica che sta colpendo il nostro Paese.
Democrazia MMT e Reimpresa, il 29 settembre a Massa Carrara, per capire le cause della crisi e qual è la proposta per uscirne.