Ecco il commento di Paolo Barnard ai primi quattro punti della prefazione di Oscar Giannino presente nel libro “Se va bene, andrà peggio. Scenari sulla crisi dell’euro”, pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni:
“Caro Giannino, primo, sì, tu non capisci la moneta moderna.
Secondo, il mio lavoro sulla MMT è stato approvato parola per parola dai padri della MMT in USA, non esiste una versione italiana spuria a firma Barnard.
Terzo, le accounting identities della MMT sono riconosciute da Goldman Sachs, JP Morgan, Credit Suisse e da macroanalisti del calibro di Jan Hatzius, e hanno le loro radici in nomi come Marx, Lerner, Innes, Godley, Goodhart.
Voi Chicago boys poi, dovreste ricordavi che il vostro Friedman nel 1948 pubblicò un articolo (“A Monetary and Fiscal Framework for Economic Stability”) dove, da vero tecnico, ammetteva la realtà delle principali identities MMT che tu oggi ridicolizzi.
Bad Chicago boy Giannino, qui ti becchi un bel 5 dal maestro.
Ultimo: siete oggi, voi C. boys, spiaccicati contro il muro del fallimento di ogni singolo vostro precetto, dopo il fallimento di 100 anni di vostri tentativi andati a vuoto di dimostrare l’esistenza di un equilibrio generale del vostro bel mercato. Ma lascia perdere me, un giornalista, e confrontati con un Mosler, prossimamente in Italia. Ti aspettiamo.
P.s. la mia associazione con Berlusconi è vera… come la tua con la fata turchina, alla lettera.
Tuo B.”
E ora vediamo, punto per punto, le incongruenze presenti nella prefazione di Oscar Giannino.
Mito numero uno sfatato: l’ex Direttore del Tesoro Nino Galloni ha spiegato che l’Italia era tenuta sotto scacco da Kohl. La Germania ha sempre avuto una influenza negativa sul nostro paese con l’obiettivo di distruggere la sua industria manifatturiera.
La locomotiva tedesca trae vantaggio da un “marco” scontato e da una “lira” o una “dracma” troppo “costosa”. Tolta la possibilità di svalutare la moneta, tenuto conto che la Germania ha speso a deficit prima di entrare nell’€ per rendere competitive le sue aziende, il gioco a favore dei tedeschi è fatto. La classe neomercantile della Germania sta guadagnando cifre enormi dal tentativo in corso di cinesizzare i lavoratori del sud-Europa, e a seguire i propri.
Mito numero due sfatato: Oscar Giannino definisce la “teoria dello stampare moneta” come “una frottola”. Chiediamo a Oscar Giannino come mai tutti i moderni stati sovrani occidentali “stampano moneta” senza che questo sia etichettato come “ridicolo” da nessun commentatore serio. Inoltre vorremo che Giannino ci spiegasse perché la BCE ha creato dal nulla più di un trilione di € in Taxonomy Order 2 operazioni LTRO per salvare le banche e questa non è presentata come “una frottola” o qualcosa di “ridicolo”.
I più autorevoli esponenti MMT non sono forse conosciuti da Giannino, ma sono noti a Governi e Banche centrali di tutto il mondo, con cui regolarmente si confrontano come esperti dei sistemi monetari e dei sistemi dei debiti sovrani: Stephanie Kelton, Randall Wray, Warren Mosler, per citarne alcuni.
L’Italia anni ’60, l’Italia della lira, viene definita “Italietta” forse per dipingerla come peggiore dell’attuale. Quella è stata l’Italia del boom economico, che è diventata uno dei più solidi paesi industrializzati al mondo, all’avanguardia internazionale in vari settori produttivi strategici: chimica, meccanica e telecomunicazioni. Vi invitiamo a riflettere e a chiedervi: l’Italietta era quella? O quella di oggi, con un tessuto industriale in corso di devastazione e la depredazione di tutti i know-how costruiti in mezzo secolo?
Mito numero tre sfatato: non esiste nessun complotto. Per capire che stanno distruggendo il futuro di milioni di persone è sufficiente aprire un qualsiasi quotidiano. La disoccupazione giovanile in Italia ha superato il 30%. È una strage studiata a tavolino. “Il più grande crimine” di Paolo Barnard evidenzia le prove. Il Prof. Alain Parguez, tra i più autorevoli economisti esperti di sistema monetari al mondo, è stato addirittura un testimone oculare di quanto pianificato. Giannino, lo contatti.
Mito numero quattro sfatato: Giannino scrive che il problema è uno stato che succhia sempre più risorse per sé. Uno stato rischia di diventare “troppo costoso” per i cittadini solo nei casi in cui ha rinunciato alla sovranità monetaria. Preso atto di questo, il problema è, invece, una politica di bilancio troppo rigorosa. Il nostro paese da anni registra un avanzo primario (lo stato è in attivo, le entrate sono superiori alle uscite, quindi ci impoveriamo). In un momento di crisi come questo sarebbe fondamentale ricorrere alla spesa a deficit per sostenere la domanda aggregata, cioè le imprese e l’occupazione.
Giannino non comprende che per ridurre le tasse e dare respiro alle imprese è impellente riappropriarsi della sovranità monetaria. Lo Stato che emette la propria valuta non finanzia la spesa con le tasse. Gli Stati che utilizzano l’€, ma non possono emetterlo, sono impossibilitati ad abbassare la pressione fiscale perché ora le tasse servono realmente a finanziare i servizi. Per comprendere i dettagli si rimanda il lettore a molti articoli presenti su democraziammt.info.
Il discorso sul debito pubblico giapponese è sbagliato. Non c’entra nulla se esso sia detenuto in mani nazionali o internazionali perché un debito è sempre un debito. Il nodo centrale sta nel fatto che lo Stato che emette la propria valuta è sempre in grado di onorare i propri impegni finanziari se contratti nella propria valuta, perché è sempre in grado di emetterla. Anzi, il Giappone sfrutta in modo parziale le potenzialità della propria moneta sovrana, perché emette titoli di stato con interessi troppo bassi, senza comprendere a pieno che così genera una stagnazione economica. Questo è stato illustrato dettagliatamente da Warren Mosler nel corso degli incontri che ha tenuto in Italia (Rimini e Venezia) a maggio 2012.