Nonna ti spiego la crisi economica

La Modern Money Theory e Il Più Grande Crimine spiegati agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia:
– Nonna, ti spiego la crisi economica di Paolo Barnard (formato pfd)
 

0 commenti
  1. serena
    serena dice:

    qualche ulteriore chiarimento:
    1) lo stato a sovranità monetaria può emettere moneta a piacimento. Riguardo a ciò il suo valore rispetto alle altre valute ne avrà conseguenze? cioè il valore di cambio rispetto ad altre valute come si valuta?
    2) quindi in uno stato a sovranità monetaria a cosa servivano i BOT?

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    • Roberto
      Roberto dice:

      Sono solo un lettore, ma provo a risponderti. Se non l’hai già fatto ti consiglio di leggerti le FAQ. Riguardo il valore di cambio, penso che come tutte le merci, il “PREZZO”, lo fa la domanda e l’offerta. La bilancia dei pagamenti, mantenendo in equilibrio le importazioni e le esportazioni, rende stabile la valuta. La BC può fare la politica monetaria che ritiene migliore a seconda delle esigenze economiche del paese, favorendo la svalutazione o rivalutando. Credo che i BOT servano soprattutto al sistema bancario, che attraverso la gestione del debito mantiene un profitto e nello stesso tempo lo Stato crea delle forme di risparmio sicure che arricchiscono i cittadini. Oggi con la speculazione finanziaria e l’abolizione dei vincoli fra banche commerciali e banche finanziarie, avviene esattamente l’opposto!

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    • Roberto
      Roberto dice:

      Alla prima domanda non so rispondere, ma credo che l’emissione di moneta di per se non incida sui valori di cambio.
      I BOT in quanto titoli di stato servono a spendere a debito come quando viene finanziata una qualunque spesa pubblica. La ricchezza creata equivale all’interesse corrisposto sui BOT emessi. Credo….e comunque leggi “nonna ti spiego la crisi economica” di Barnard su questo stesso sito.

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      • Emanuele
        Emanuele dice:

        Vi espongo un ragionamento, ditemi se e dove sbaglio.
        Ci sono due nazioni, A e B, ognuna con la propria moneta. La situazione iniziale vede le due monete sostanzialmente alla pari: 1 unità di monetà di A vale 1 unità di moneta di B. Poniamo che A, per ragioni non rilevanti, stampi molta più moneta di B, diciamo il doppio. La maggiore quantità di denaro nella nazione A genera inizialmente una maggiore ricchezza, dunque una maggiore domanda di beni e servizi. Ne consegue che, non potendosi all’infinito aumentare beni e servizi, quelli che ci sono saranno alzati di prezzo. E si arriverà a una situazione finale in cui il bene X nella nazione A costerà 2 unità di moneta, mentre nella nazione B costerà 1 unità di moneta.
        Per lo stesso bene, mentre all’inizio le unità di moneta si equivalevano, dunque avevano lo stesso valore, adesso la moneta di A risulta “meno forte” di B. E questo, immagino, influenzi il valore di cambio. O mi sto sbagliando? Aspetto eventuali chiarimenti, grazie a chi mi risponderà.

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        • IO
          IO dice:

          Più o meno. Il TASSO di CAMBIO di 1 VALUTA è determinato dalla DOMANDA e dall’OFFERTA della stessa in rapporto alle altre VALUTE.
          -Se AUMENTA la DOMANDA/CALA l’OFFERTA di X rispetto ad Y ci vorranno + UNITA’ Y PER ACQUISTARE 1 UNITA’ X
          -Se CALA la DOMANDA/AUMENTA l’OFFERTA di X rispetto ad Y ci vorranno + UNITA’ X PER ACQUISTARE 1 UNITA’ Y
          I Titoli di Stato FUNZIONANO alla stessa MANIERA:
          -Se AUMENTA la DOMANDA/CALA l’OFFERTA del Titolo X il suo TASSO di INTERESSE, la sua PERCENTUALE DI RISCHIO CALANO e il suo VALORE di MERCATO AUMENTA
          -Se CALA la DOMANDA/AUMENTA l’OFFERTA del Titolo X il suo TASSO di INTERESSE, la sua PERCENTUALE DI RISCHIO AUMENTANO e il suo VALORE di MERCATO CALA

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    • Matteo
      Matteo dice:

      Serena, ricorda sempre che il denaro creato dal nulla , il denaro fiat, non vale assolutamente nulla, e più si stampa più cresce la svalutazione e l’inflazione dei prezzi che determinano i costi nei fattori di produzione. Le Banche centrali abbassano artificialmente i tassi di interesse per aumentare i consumi con soldi falsi e il tutto sfocia inevitabilmente in crisi sistemiche e recessioni. Bisogna risparmiare e produrre beni capitali , non spendere senza produrre un fico secco. Questa è economia. SCUSATE , MA BARNARD E’ COMPLETAMENTE FUORI COME UN BALCONE.!

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      • Dario De Angelis
        Dario De Angelis dice:

        “più si stampa più cresce la svalutazione e l’inflazione”
        La realtà mostra come questa affermazione sia falsa.
        Concordo che bisogna porre più attenzione all’economia reale.

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      • Stefano
        Stefano dice:

        Ti ricordo Matteo che nel 1992, quando siamo usciti dallo SME e abbiamo dovuto svalutare del 20%, l’inflazione è diminuita dal 5 al 4% (circa), perciò, la teoria monetarista della correlazione tra svalutazione e inflazione non ha alcun fondamento provato!…è solo un’informazione sbagliata data dai massimi sistemi che lavorano per le multinazionali e lobbie.
        L’errore fondamentale è quello di confondere la curva di phillips con la VERA e terribile inflazione (malefica): quella da costi!
        Oltre a l’inflazione da costi, ne esiste un’altra, altrettanto terribile: quella da aspettative!
        Ed è molto piu terribile quella verificata in sede di entrata nell’Euro: l’inflazione da entrata di capitali dall’estero. Non solo la beffa della rivalutazione, ma anche quella dell’aumento inflazionistico.
        Le leggi monetaristi che sono quasi tutte da rivedere!non hanno fondamento pratico e reale.

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      • jeropotute@gmail.com
        jeropotute@gmail.com dice:

        Ma allora non hai letto bene: si stampa nuovo denaro e si spende per produrre un bene e un servizio e automaticamente quel bene/servizio “nuovo di zecca” garantisce il valore del denaro stampato a debito (“debito” buono). Ti faccio anche notare che il denaro viene creato dal nulla (se parliamo di quello stampato ovviamente c’è un costo legato ai materiali e alla produzione, ma si tratta comunque di decidere dal nulla di farlo). Dunque non si tratti di creare arbitrariamente ma di creare per avere il “lubrificante” per far marciare l’economia “reale” che è quella di produrre un bene/servizio. Tutto il discorso è estremamente logico. Inoltre, aggiungo: io sono stati anni a sbattermi sul come potesse essere possibile l’esistenza di monete virtuali (come bitcoin). Alla fine il trucco è proprio abbandonare quelle regolette artificiali che insegnano ad economia,che sono artificiali e arbitrarie. Una volta capito questo ed entrato nel meccanismo, si capisce come una simile moneta sia autosostenuta dalle necessità della collettività che la usa e la produce e dai servizi resi in cambio di tale moneta.

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      • Gianna
        Gianna dice:

        Marco, cosa proporresti tu allora? Ho sentito diversi video di Paolo. Non sono un’esperta, ma quello che qui c’è da capire bene e che l’Italia è già affondata, ma non lo dicono perchè devono finire di prendersi gli ultimi soldi e fare due o tre cosette per renderci schiavi. Qui se un giorno decidono di chiudere gli aeroporti e ammazzare gli “insurrezionalisti” lo possono fare dall’oggi al domani.

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      • Gianluca
        Gianluca dice:

        Quindi se tutti risparmiano denaro vuol dire che nessuno compra e di conseguenza chi produce non vende….
        La svalutazione di una moneta è un rapporto di cambio esempio 1 euro = 2 dollari (se ci sta il segno uguale vuol dire che hanno lo stesso valore), ma sono solo unita diverse come 1 pollice = 2.45 cm ma la lunghezza della linea disegnata è sempre la stessa.
        L’Inflazione non è semplicemente quando circola troppa moneta rispetto ai beni che ci sono, ma bisogna sempre specificare che è determinata dall’aumento dei prezzi.

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    • Giancarlo Villa
      Giancarlo Villa dice:

      Riguardo alla seconda domanda confesso che non ho capito bene le risposte. E’ chiaro a cosa servano i TDS in uno stato, come il nostro, NON PROPRIETARIO DI MONETA, meno chiaro a cosa servisse prima dell’euro e prima del “divorzio” Tesoro-Banca d’Italia. Unica spiegazione fosse quella di evitare che lo stato stampasse e “gogo” senza una chiara politica economica. Cioè stampare moneta senza che questa andasse ad incidere sullo sviluppo economico ma solamente a foraggiare le sacche parassitarie.

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      • IO
        IO dice:

        “E’ chiaro a cosa servano i TDS in uno stato, come il nostro, NON PROPRIETARIO DI MONETA, meno chiaro a cosa servisse prima dell’euro e prima del “divorzio” Tesoro-Banca d’Italia.” servivano per dare la possibilità ai PRIVATI di disporre di un FONDO dove INVESTIRE i propri RISPARMI e a rifornire le RISERVE delle banche commerciali ( che erano OBBLIGATE PER LEGGE AD ACQUISTARE 1 QUOTA di BOT, CCT, BTP ) registrate presso la Banca d’Italia. Infatti le banche commerciali possono ACQUISTARE TITOLI solo sulla base delle loro RISERVE e possono anche ELARGIRE CREDITO a famiglie e imprese solo sulla base delle loro RISERVE ( ovviamente si può discutere su QUANTO DEVE ESSERE la PERCENTUALE di RISERVA detenuta dalla banca rispetto ai PRESTITI da essa elargiti ma tant’è ).

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    • luigi del giovane
      luigi del giovane dice:

      Credo che il valore di una valuta rispetto alle altre non dipenda dalla sua quantità, ( allora i dollari dovrebbero essere carta straccia) ma dal rapporto tra domanda ed offerta di quella moneta, ma il passo successivo è chiedersi da cosa sia influenzato questo rapporto, ebbene in ultima analisi dipende dalla forza dell’economia che gli stà dietro, una economia forte fa una moneta forte!
      per la seconda domanda, i titoli del debito servono sia come finanziamento a deficit al settore privato, come la spesa ma con nn altra modalità, ma soprattutto a controllare il livello dei tassi di interesse, essendo la vendita di titoli alle banche un sistema per drenare le loro riserve e mantenere così i tassi un pò più alti se serve!
      Quindi secondo warren mosler il debito pubblico è semplicemente un conto di manutenzione del livello dei tassi!
      Lo so non è chiarissimo ma ci vorrebbe più spazio!
      Ciao!

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    • Paolo
      Paolo dice:

      Uno stato a sovranità può stampare moneta a seconda del suo PIL, in base alla sua ricchezza ha la possibilità di stampare, queste però son ricordi di studi passati! Su internet non c’è nulla?

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    • vincenzo gabriele lombardo
      vincenzo gabriele lombardo dice:

      come era prima dell’euro quando avevamo una nostra moneta i BOT erano solo uno strumento per moralizzare la situazione economica,ma alla fin fine stampare moneta era la salvezza del popolo italiano

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    • Gianluca
      Gianluca dice:

      Si, lo Stato a Moneta Sovrana può coniare a piacimento il suo denaro, come dice MMT; fino alla piena occupazione, cioè limitarsi per evitare l’eccesso di moneta che porterebbe all’inflazione. Tra l’altro il controllo dell’Inflazione può essere regolato dalla tassazione che elimina moneta in eccesso. Differente è la Deflazione, ovvero mancanza di moneta circolante che solo attraverso un’ulteriore prestito chiesto alla BCE può riempire il cassetto dello Stato, ma questo genera ulteriore indebitamento.

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  2. serena
    serena dice:

    altro:
    se la moneta la emette lo stato con chi si indebita?
    prima del divorzio tesoro-banca d’italia i debiti verso chi erano allora?

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    • Roberto
      Roberto dice:

      Lo Stato si indebita con se stesso, ma è bene precisare che il sistema dei debiti (pubblico e privato) all’interno di una nazione, è formato da vasi comunicanti: se il privato ha molto credito, lo presta allo Stato per il suo fabbisogno(sanità, pensioni,…), se il privato è in sofferenza, lo Stato gli viene incontro (sgravi fiscali alle imprese, aumento delle detrazioni per figli, spese mediche, mutui…). Anche lo stato ha sovranità monetaria ha dei limiti, ci deve essere un circolo virtuoso, non può sostenere squilibri esagerati della bilancia commerciale e deve controllare il sistema pubblico e privato per impedire che si arrivi a situazioni limite come quelle attuali: un debito privato (famiglie, imprese, sistema bancario) insostenibile, uno Stato che toglie risorse all’economia, l’impossibilità di decidere una qualsiasi politica monetaria alternativa alla svalutazione dei lavoratori (grazie all’euro)! La privatizzazione della BI serviva ad avere un vincolo esterno, in grado di controllare meglio l’emissione del debito e l’inflazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: tassi d’interesse sui BOT incontrollati, perdita di qualsiasi sovranità di bilancio!

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      • Roberto
        Roberto dice:

        L’analisi non mi sembra corretta. Lo stato a moneta sovrana non ha alcun bisogno di prestiti da parte del settore privato, anzi, se li accettasse, sottrarrebbe ricchezza alla propria economia. Per far fronte al suo fabbisogno lo stato usa il suo denaro che crea quando ne ha bisogno. Sottrae invece ricchezza finanziaria, ma lo fà attraverso l’imposizione fiscale, solo per contenere l’inflazione, qualora si presentasse. La situazione attuale lungi dal dipendere da limiti dello stato a moneta sovrana, dipende dal fatto che gli stati dell’ eurozona non hanno più una moneta sovrana e quindi, per semplificare, si sono trovati a fronteggiare un debito divenuto reale, non potendo ripagarlo con moneta opportunamente creata.

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        • Dennis Cavicchi
          Dennis Cavicchi dice:

          Secondo me siete tutti piuttosto imprecisi: Lo stato a moneta sovrana crea denaro attraverso il sistema bancario che la accredita al settore privato, quindi debito pubblico = credito privato. I titoli di stato erano utili ai tempi dello standard aureo quando il governo era interessato a bloccare il capitale privato, cosi che il settore privato non potesse investirlo in oro, che allora era il vero capitale dello stato. Ora i titoli di stato rappresentano solo una forma di investimento poco redditizio ma sicuro, di cui lo stato non ha bisogno per finanziarsi.
          Quando uno stato a moneta sovrana tassa non lo fa solo per contenere l’inflazione ma anche e sopratutto per dare valore al denaro e quindi mettere in moto la macchina economica. Inoltre attraverso la tassazione il governo di uno stato MMT può guidare la politica monetaria e sociale. Per esempio uno stato può tassare i sistemi produttivi inquinanti e allo stesso tempo sovvenzionare l’adozione di sistemi più eco sostenibili, creando quindi nuova occupazione. Avendo quindi il potere di poter influenzare in maniera determinante i prezzi di bene e servizi, può contenere gli eccessi di individualismo del libero mercato contrastando in modo efficace poteri e squilibri intollerabili per la maggioranza dei cittadini. In parole povere, fare in modo che un “povero spazzino” non possa permettersi l’Iphone le nike e la moto (che richiedono produzioni ad alto impatto ambientale e sociale) ma abbia il diritto alla casa, ad una sanità efficiente, ai trasporti pubblici efficienti, all’istruzione, ecc. La ricchezza di uno stato MMT si potrebbe proprio vedere da quanti beni “superflui” si può permettere chi svolge un lavoro non qualificato.

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    • Gianluca
      Gianluca dice:

      Anche te sei lo Stato (Stato = Cittadini), non ti indebiti con nessuno ma solo con te stessa…..immagina di vivere su un’isola con altre 10 persone, quindi decidete di scambiare i vostri beni e servizi secondo la grandezza delle conchiglie che trovate….delegate uno di voi che andrà alla ricerca di conchiglie per distribuirle alla collettività. Il debito degli altri 9 abitanti è solo la Spesa che fate per sostenerlo nella sua vita quotidiana.

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  3. malosmannaja
    malosmannaja dice:

    Ho scaricato, stampato e letto con interesse pur non essendo mia nonna, che peraltro – pace all’anima sua – se n’è andata da un bel pezzo in paradiso (fiscale).
    : )
    I concetti espressi sono chiari e la strutturazione del testo in dialogo con cicliche ricapitolazioni rende il tutto ben fruibile. Con i limiti dovuti al fatto che non sono né un pefetto economista né un perfetto idiota, trovo che l’idea di fondo del ragionamento di Paolo Barnard segua una logica stringente. Ed è preoccupante notare come le teorie sul debito e sul rigore propinate dai luminari della BCE siano assimilabili in quest’ottica addirittura a un’arma di distruzione/distrazione di massa.
    Ciò che mi domando è se allo stato attuale delle cose, stando più sul versante pratico che teorico, sia ancora possibile tornare indietro (rinunciando all’Euro) o se giunti al punto in cui siamo, sia la fine dell’Euro che una sua più o meno stentata sopravvivenza non modifichino più di tanto il risultato finale, ovvero un futuro di crescente povertà nel vecchio continente.
    In proposito, giusto oggi leggevo questo passaggio di Stiglitz sul blog di Grillo, che qui riporto:
    “Il ritorno alle monete nazionali renderebbe nuovamente disponibile ai singoli Paesi lo strumento della politica monetaria per garantire il debito pubblico mediante l’intervento della propria banca centrale. Questa strategia può presentare una serie di criticità. La principale è che colpirebbe pesantemente il ceto medio, lo stesso che ora sta pagando i sacrifici richiesti dalla strategia di austerità.Questo gruppo di persone verrebbe colpito sia direttamente che indirettamente. Direttamente, dato che i titoli di Stato sono la forma di risparmio principale dei piccoli risparmiatori (l’incidenza dei titoli di Stato italiani nel portafoglio di un grande imprenditore che può permettersi di investire all’estero o portare le proprie attività in Lussemburgo o alle Isole Cayman è minima rispetto all’incidenza sul portafoglio di un piccolo risparmiatore). Il default dovrebbe quindi essere “selettivo”, per colpire solo i titoli posseduti da alcuni soggetti (ad esempio, le istituzioni finanziarie estere) e ripagarli invece se posseduti da altri (ad esempio, lavoratori e pensionati). Al danno diretto si aggiungerebbero una serie di danni indiretti. L’uscita dall’Euro propedeutica ad una svalutazione della moneta (una nuova lira o un euro dei PIGS?), che faccia recuperare competitività al Paese, porterebbe nell’immediato ad una probabile impennata dell’inflazione (le materie prime quali petrolio e gas, sarebbero molto più care) e ad un peggioramento del potere d’acquisto e degli standard di vita. Inoltre, anche l’effetto benefico sulle esportazioni nel medio periodo potrebbe non avere la stessa ampiezza ottenuta dalla svalutazione del 1992, quando la competizione di prezzo dei Paesi emergenti non aveva raggiunto i livelli degli anni 2000, dopo l’ingresso della Cina nel WTO. Un default implicherebbe una perdita di credibilità sui mercati internazionali che, per un certo periodo, eviterebbero di finanziarci (se non a tassi elevatissimi). La mancanza di credito e di investimenti potrebbe acuire la recessione. Infine, l’uscita dall’Euro dell’Italia sarebbe probabilmente causa dell’archiviazione dell’esperienza della moneta unica, il che potrebbe implicare la fine del processo di integrazione europea, poggiato principalmente su basi economiche.”
    Che ne pensate? Quanto di queste ipotesi è condivisibile e fondato?
    Grazie di tutto
    :)
    Malos

    Rispondi
    • GL
      GL dice:

      Meno male che qualcuno ancora parla di cose reali e vere…..perchè qui sembra di stare alla fiera dell’est ogni tanto. E’ tutto condivisibile e fondato e ricordate anche che la svalutazione aiuta le esportazioni MA NON AIUTA le importazioni, a me non sembra che l’italia sia un grande paese pieno di materie prime che produce tanta energia…..io direi di no…..e quindi ? Traetene le conseguenze con la vostra testa non con quella dell’ mmt.

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    • IO
      IO dice:

      1) Non è assolutamente DIMOSTRATO che la SVALUTAZIONE CREA INFLAZIONE. Basta guardarsi tutti i casi di SVALUTAZIONE operati in Italia dall’inizio dell’era FIAT MONEY ( ossia dal 1971 ) ad oggi e NON TROVERETE 1 SINGOLO CASO di AUMENTO DI INFLAZIONE CAUSATO dalla SVALUTAZIONE. Un esempio: nel ’92 SVALUTAMMO e l’INFLAZIONE SCESE.
      2) Il coefficiente di TRASFERIMENTO SVALUTAZIONE/INFLAZIONE nel caso dei paesi dell’Europa è minimo: va da 0,01 1 MESE DOPO LA SVALUTAZIONE a 0,46 18 MESI DOPO LA SVALUTAZIONE. Es. se il COEFFICIENTE fosse 1,00 a una SVALUTAZIONE del 30% corrisponderebbe 1 AUMENTO DELL’INFLAZIONE del 30%.
      3) I PREZZI delle MATERIE PRIME che IMPORTIAMO incidono in misura MINIMA sul PREZZO dell’ENERGIA al CONSUMATORE, dato che abbiamo la BENZINA ed il GAS tra i PIU’ TASSATI IN EUROPA. Es. il PREZZO DEL PETROLIO INCIDE per MENO DEL 20% sul PREZZO DI 1 LITRO DI BENZINA, il resto è costituito da ACCISE ( che incidono per OLTRE il 60% ). Morale: è sufficiente RIDURRE le ACCISE sull’ENERGIA e risolvo l’eventuale problema dell’INFLAZIONE IMPORTATA
      4) Se SVALUTIAMO, il PREZZO delle nostre MERCI all’ESTERO CALA, di conseguenza IMPORTIAMO MENO MERCI ESTERE e ESPORTIAMO PIU’ MERCI ALL’ESTERO e per la legge dei VASI COMUNICANTI IMPORTEREMO PIU’ VALUTA ESTERA ED ESPORTEREMO MENO VALUTA NAZIONALE. Con la VALUTA ESTERA IMPORTATA potremo PAGARE le MATERIE PRIME IMPORTATE.
      5) Si possono introdurre MECCANISMI DI INDICIZZAZIONE DEI SALARI ( come la vecchia SCALA MOBILE ) che metterebbero le CLASSI MEDIO-BASSE da 1 EVENTUALE ( ma NON CERTO ) AUMENTO dei BENI IMPORTATI NECESSARI e NON SOSTITUIBILI.

      Rispondi
  4. daniele
    daniele dice:

    Non sono un economista, ma ho la sensazione che qualcosa non torni: uno stato a moneta sovrana può spendere come e quanto vuole. Ma COME spende è indifferente? se 10 milioni di euro, (o nuove lire) sono investiti in un progetto di ricerca di pannelli solari ad alta efficienza o usati per assumere 500 forestali è uguale? Il merito, la competitività e la produttività non contano nulla? Qui sembra che basta pompare denaro pubblico (tanto necessario, quanto da solo insufficiente) e tutto funzioni.

    Rispondi
    • Luca
      Luca dice:

      Sante parole. Questo Barnard sbugiarda sicuramente le sciocchezze che ci propinano ogni giorno ma furbescamente omette alcuni particolari sulle sue teorie che fanno credere a chi non ha tanta voglia di ragionare che basta stampare denaro a volontà per arricchire il paese. E’ ovviamente una schiocchezza: la moneta è solo uno strumento che consente all’economia di funzionare meglio e non è la causa principale ne dell’impoverimento o dell’arricchimento del paese. Quando dice alla povera nonna che se circolano 1000 soldi e non se ne producono altri il paese non si può arricchire la nonna avrebbe dovuto rispondere: BISCHERo di un nipote ma la ricchezza di un paese sono le cose UTILI che vengono prodotte mica è il denaro!! Se si stampa poca moneta rispetto a quella necessaria (la moneta dovrebbe essere stampata in proporzione all’ultità che viene prodotta) ci sarà deflazione e se si stampa troppa moneta c’è inflazione. L’esempio del Giappone bisogna anche capirlo (stampa molta moneta ma non c’è inflazione): la l’utilità prodotta è in continuo aumento e quindi è giusto stampare molta moneta. In Italia produciamo tante cose inutili o poco utili ed è per questo che non ci arricchiamo e, nonostante la scarsa produzione di moneta (o nulla dopo l’euro) l’inflazione c’è ancora. Capito nonna!!!

      Rispondi
  5. daniele
    daniele dice:

    un chiarimento: uno stato a moneta sovrana può spendere quanto e come vuole. Ma il COME non conta? Se lo stato investe bene (per esempio in incentivi per aziende produttive) o pompa soldi a caso nell’economia è uguale? Se così fosse produttività di un’azienda, competenze e professionalità individuali sarebbero inutili, tanto finanzia lo stato. E per chi ha sempre lavorato tanto e bene, sarebbe l’ennesima ingiustizia.

    Rispondi
    • jeropot
      jeropot dice:

      Secondo me il “problema” che vedi non è particolare del modello economico (chiamiamolo così) descritto e affligge qualunque forma di investimento, che venga dal pubblico o dal privato. I soldi non sarebbero comunque mai “pompati” a caso: verrebbero “pompati” ad hoc in base a un esigenze contingenti della “collettività” cioè del settore pubblico, di tutto ciò che è a sostegno del vivere in una repubblica.

      Rispondi
      • daniele
        daniele dice:

        se la sicilia avesse sovranità monetaria, Lombardo potrebbe fare quello che ha fatto (regalare posti di lavoro senza criteri logici) ? questo è un nodo fondamentale che secondo me non viene affrontato; non ho sentito, cioè, dire che la “piena occupazione” non è quella che magari farebbe Lombardo e che se un politico sfruttasse la sovranità monetaria in questo modo ci sarebbero conseguenze, e quali. E questo mi preoccupa.

        Rispondi
        • IO
          IO dice:

          Lombardo mi risulta che lo faccia comunque ( SENZA SOVRANITA’ MONETARIA ) e se permetti questo non mi sembra un buon motivo per RESTARE SCHIAVI DI 1 DEBITO DENOMINATO IN VALUTA STRANIERA. E’ un problema di ORDINE POLITICO, non TECNICO. Non è che dobbiamo rinunciare ad USARE IL BISTURI perchè qualcuno lo potrebbe usare per UCCIDERE, piuttosto che per OPERARE. Il problema non è nello STRUMENTO ma nella sua MODALITA’ D’USO.
          Tra l’altro quei forestali o camminatori che siano coi loro STIPENDI alimentano comunque i CONSUMI che comunque ( nel bene e nel male ) alimentano la PRODUZIONE.

          Rispondi
  6. Francesco
    Francesco dice:

    Dopo un paio di giorni passati a leggere incredulmente ed avidamente tutto quanto scritto su questo e altri blog collegati (non sapevo nulla di MMT, di moneta sovrana etc.) mi domando una cosa: ma se le elite sono così potenti come sembra, che probabilità c’è di rovesciarle democraticamente? Che probabilità c’è che dall’Italia, estrema provincia dell’Impero, si inneschi un movimento che riporti alla ragione l’intera Europa?
    E poi, leggo che un solo uomo è riuscito a mettere in ginocchio una nazione come il Regno Uito con una speculazione finanziaria, nonostante la sterlina sia moneta sovrana; cosa c’è che non funziona nel ragionamento?
    Francesco

    Rispondi
    • IO
      IO dice:

      Il Regno Unito quando fu attaccato da Soros non aveva propriamente 1 MONETA FIAT SOVRANA ma era parte dello SME ( SISTEMA MONETARIO EUROPEO ), ossia un sistema di CAMBI FISSI e/o RIGIDI che pongono dei LIMITI alla SVALUTAZIONE/RIVALUTAZIONE del CAMBIO. La sterlina infatti per DIFENDERSI da quell’attacco USCI’ DALLO SME e tornò ad essere FLOATING, cioè A TASSO VARIABILE SUI MERCATI. La MONETA FIAT SOVRANA è FLOATING ( A TASSO VARIABILE ) ed EMESSA dallo STATO che la SPENDE/INCASSA. Gli speculatori come Soros sanno benissimo ( lo fanno di mestiere ) che i SISTEMI MONETARI a CAMBI FISSI/RIGIDI sono la PREDA PERFETTA per gli ATTACCHI SPECULATIVI.

      Rispondi
      • Marco
        Marco dice:

        Soros attaccò la sterlina in un gioco, che gioco non è, che si chiama FOREX ovvero mercato delle valute. Il mercato delle valute, in volume di denaro (questo fino a 3 anni fa quando cominciai a seguire il FOREX), era 4 volte il valore di tutte le borse mondiali e dei futures messi assieme. Attualmente è stimato 5 trillioni di dollari, il doppio del nostro debito pubblico che si muove ogni giorno. Capite? Il punto è che c’è un’attacco perchè c’è uno squilibrio, e lì ci si infilano gli speculatori che per essere tali devono essere degli attenti osservatori. Chi decide il valore di una moneta è il mercato interbancario attivo dal lunedì al venerdì. Gli attori sono le grandi banche come: Citygroup, Deutsche Bank, Barklays Capital, HSBC, UBS… Ma logicamente non sono gli unici attori del mercato libero delle valute. Ci sono gli stati che sarebbero teoricamente padroni di quelle valute che, sempre teoricamente, le potrebbero far andare dove vogliono. Teoricamente perchè? prendete ad esempio il Franco svizzero che sono ormai 2 anni che è ancorato su circa 1,20 per euro, o lo yen giapponese che sta risalendo a 122 yen per euro. In questi casi sono i governi che intervengono per far andare il valore della loro valuta dove vogliono, o meglio dove necessitano che vada. Ma vi è il caso dell’ euro vs. dollaro che quando venne raggiunto 1 euro per 0.80 dollari tutte le banche centrali in concerto non riuscirono a far risalire il valore dell’euro (almeno per quanto si sa). Risalì in seguito. Il fatto è che ci sono giochi molto più grandi dell’ Italia, e si da il caso che l’ Italia ne sia al centro adesso. La situazione appare confusa e per chiarirla dobbiamo lavorare tutti in sinergia e non combatterci con argomentazioni pretestuose. se facessimo come la squadra della nazionale saremmo in grado di tirarci fuori da tutto questo

        Rispondi
  7. Dario De Angelis
    Dario De Angelis dice:

    Il Regno Unito adottò il Sistema Monetario Europeo (SME) nel 1990. Lo SME dava luogo a un sistema di cambi fissi ma adattabili. Le monete degli Stati aderenti potevano fluttuare dentro una gamma di valori prefissata del 2,25% (6% per l’Italia). La gamma di valori era ancorata all’ECU, che rappresentava la media ponderata delle monete partecipanti.
    Il Regno Unito, come tutti gli altri Paesi aderenti, rinunciò in maniera forte alla sovranità monetaria. Dovendo controllare il tasso di cambio, aveva difficoltà ad adottare politiche volte a favorire la piena occupazione.
    Per qualsiasi delucidazione, siamo qui apposta.

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  8. graziano
    graziano dice:

    In merito all’esempio in cui la società privata viene paragonata ad un contenitore di moneta… questa moneta si scambia fra i privati ma non aumenta… a meno che lo stato ne immetta (perché entità estere non vengono ritenute giustamente affidabili).
    Affinché aumenti la ricchezza del settore privato sembra che di debba essere per forza un intervento statale quindi… (anche perché affinché ci sia quella moneta, lo stato nella notte dei tempi si deve essere indebitato per forza)
    Pongo un diverso punto di vista:
    non potrebbe essere che aumentando efficienza (ricerca e sviluppo, minori costi di produzione) la stessa quantità di moneta acquisti più valore? Quindi lo stesso quantitativo di moneta redistribuito su più persone, perché ora vale di più (e la moneta rispetto agli altri beni reali si può spezzare)…
    Che ne dite?
    Grazie
    G-

    Rispondi
      • alexander terragno
        alexander terragno dice:

        Invece credo che sia possibilissima la prospettiva di aumentare l’efficienza e di conseguenza ridurre i costi e a parità di stipendio avere maggior ricchezza , sarebbe perfetto!!
        il Problema piuttosto è che tutto ciò non verrà mai permesso sempre dalle stesse lobbi e multinazionali , loro decideranno in maniera oculata quale settore quale azienda far fallire per far si che il prodotto scarseggi e il prezzo non si abbassi mai !

        Rispondi
  9. stefanolosi
    stefanolosi dice:

    Aiuto non ho capito !
    Come mai 1 ) il debito con stato e moneta sovrana non andava rimborsato, poteva non essere rimborsato, si poteva gestire insomma ! 2 ) Il debito di uno stato senza moneta sovrana invece va rimborsato , è al pari di un imprenditore che contrae un debito con una banca ! 3 ) quello che non capisco è ::::: nel passaggio da moneta sovrana a moneta non sovrana…il debito …che giri ha dovutoi fare .. per passare dal non dover essere rimborsato ….al dover essere rimborsato … perchè se così fosse come si fa a tornare alla stato di moneta sovrana dovendo realmente rimborsare il debito ?? Non sono stato chiaro ma insomma prima non lo dovevo rimborasare poi si ! che caspita è successo ?? grazie

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    • redazione
      redazione dice:

      è successo che con la Lira il debito pubblico era denominato in una moneta che lo Stato EMETTEVA
      con l’euro il debito pubblico dell’Italia è denominato in una valuta che USA, che prende in prestito da qualcun altro.

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  10. stefanolosi
    stefanolosi dice:

    Grazie redazione
    in sostanza con la Lira ” vuoi il rimborso dei Bot ? stampo moneta e ti rimborso ” in questo senso non andava rimborsato ( non andava rimborsato termine improprio ma effettivo ) con l’Euro invece no ” vuoi il rimborso dei Bot ? non posso stampare moneta e ti rimborso se non prendendo a prestito .” giusto ? è questo il punto ? .

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    • Nirvana
      Nirvana dice:

      Giusto!
      Adesso con l’euro l’ Italia deve pagare con soldi veri e se non li puo’ prendere a prestito dalle banche a deficit allora prosciuga i nostri risparmi. Ecco come ci hanno ridotti!

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  11. Francesco Pancaro
    Francesco Pancaro dice:

    ciao, qualcuno ha già prodotto delle slide, di “Nonna ti spiego la crisi economica”? sarebbero utili per organizzare proiezioni, e spiegare sommariamente la mmt. grazie.

    Rispondi
  12. andrea
    andrea dice:

    Sulla base di alcuni articoli e video di natura economica trovati in rete, voglio fare alcune riflessioni sulle fondamenta dell’attuale sistema economico… il tutto molto semplificato , giusto per far capire il concetto del mio ragionamento. Sperando di non dire delle fesserie…
    Alla base del sistema produttivo/economico troviamo le banche centrali che prestano/creano il danaro.
    Analizziamo le cose per punti
    Punto 1
    Le banche centrali prestano soldi sia agli stati che alle banche …..in cambio di un interesse…
    Es. se prestano 100 vorranno ottenere 102 …. Ma ciò e impossibile dato che la massa monetaria (tutto il denaro che viene creato dalle banche centrale) e pari a 100 dove viene prodotto quel 2 di differenza?
    Quindi le banche centrali quando prestano soldi sanno benissimo che non potranno riavere più di quello che hanno prestato.
    Dato che prestano un valore nominale pari a 100 e che il costo di produzione (per produrre tale moneta) e inferiore al valore nominale . Per costo di produzione intendo : costo materiale, costo macchinari, costo manodopera ecc. ….. Facciamo ad esempio 60 … quindi prestano 100 ed hanno speso 60 … teoricamente si potrebbero accontentare di un ritorno di 70-80-90 ……
    Punto 2
    Le banche prendono in prestito dalle banche centrali es: 100 e lo prestano per esempio agli imprenditori…
    In cambio di un interesse poniamo 102 …a sua volta gli imprenditori con il denaro preso a prestito lo investono e anche loro vogliono ottenere un guadagno ….es (prendono 100 per pagarne 102) 104….ma come si fa ad ottenere 104 da una base monetaria 100?
    Se anche le famiglie ( altro soggetto economico) si indebitano poniamo di 50 con la banca a cui devono pagare un interesse es. 1….
    Come è possibile da una base monetaria 150 ottenere 155?
    Il concetto di interesse a questo punto inizia a essere messo in discussione……
    Punto 3
    Lo stato, altro soggetto economico, prende in prestito 100 dalla banca centrale e lo immette sul mercato….ci troviamo ad avere una base monetaria pari a 250. Lo stato immettendo 100 sul mercato …. non chiede interessi ma per non creare debito ed avere un pareggio in bilancio dovrebbe rientrare in possesso di questo 100 con le tasse.
    Punto 4
    Ora ci troviamo di fronte ad una situazione in cui le banche hanno immesso sul mercato 150 e vogliono rientrare di 153…
    L’imprenditore ha investito 100 e vuole guadagnare 4 di cui 2 li deve dare alla banca ( pertanto il suo guadagno e 2)…..
    Lo stato vuole rientrare del suo 100…
    In definitiva mancano al l’appello 5…..che inevitabilmente qualche soggetto deve rimetterci……
    Cosa ne pensate di questa mia riflessione…….

    Rispondi
    • gino monte
      gino monte dice:

      andrea,
      chi prende a prestito poi deve LAVORARE e produrre un valore aggiunto!
      se questo è maggiore dell’interesse non c’è alcun problema.
      comunque solo una piccola parte della moneta è prodotta dalla BC.
      la maggioranza è prodotta da privati (anche tu se firmi una cambiale o fai un assegno posdatato), è così da sempre, da almeno 4000 anni.

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  13. Bobcase
    Bobcase dice:

    Gent.mo, solo da alcuni giorni ho cominciato ad interessarmi del Vostro sito, e trovo tutto molto interessante. Non sono un economista, ma sono convinto che l’economia non si interessi di numeri e che sia una branca dell filosofia MORALE. (La butto li’… Ma e’ chiaro cio ‘ che voglio dire?.). Ritornando a noi…l’ipotesi che il debito sia solo un artificio contabile e’ suggestiva, ma allora mi chiedo: tra gli stati che stampano moneta, la Gran Bretagna mi sembra il modello piu’ vicino a noi…eppure non mi sembra che stiano cosi’ tanto meglio. O no?

    Rispondi
  14. Gao
    Gao dice:

    Un provocatoria puntualizzazione: in USA, dal gennaio 2009 al novembre 2010, il Presidente Obama ha speso quasi un trilione di dollari (mille miliardi!) in stimoli all’occupazione ma questa è diminuita. Questo confermerebbe che la teoria keynesiana del deficit spending è obsoleta e che la spesa pubblica come motore di rilancio non funziona. “Solo l’economia privata crea occupazione durevole”, disse a suo tempo Mitch O’ Connell capogruppo repubblicano al Senato. Cos’è che non funziona in questa considerazione? Grazie.

    Rispondi
    • Francesco Chini
      Francesco Chini dice:

      Te lo spiego così. Guarda questo grafico:
      http://goo.gl/0uxxCN
      si tratta di un interessante grafico, pubblicato in un articolo sul New York Times un paio di mesi fa da Pavlina Tcherneva (economista MEMMT presso la University of Missouri-Kansas City e amica di Warren Mosler), che mostra che le politiche di Bernanke e Obama, di Greenspan e Bush hanno creato una ripresa economica in cui l’aumento del PIL è andato interamente (per il 105%) al top 10% degli americani, quelli che hanno la ricchezza finanziaria, mentre il restante 90% ha perso reddito.
      Questo non è mai successo prima. Sotto Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon e Carter, democratici o repubblicani che fossero, quando c’era una ripresa economica l’aumento di reddito andava più o meno a tutta la popolazione. Da circa 20 anni non è più così e negli ultimi anni il fenomeno è diventato grottesco, addirittura con Obama e Bernanke e “l’Alleggerimento Quantitativo” il 90% della popolazione ha visto il suo reddito totale diminuire, mentre il top 10% ha incassato più del 100% dell’incremento di PIL.
      L’Alleggerimento Quantitativo” significa che lo stato stampa moneta e la usa per comprare dei beni dal 10% circa della popolazione, quella più ricca. Ma lo fa in un modo complicato e indiretto per cui il 90% non se ne accorge. In più hanno eletto Obama per distrarre con la storia del primo presidente di colore in modo da metterglielo in quel posto meglio.
      Quello invece che qui si propone NON è una politica di “Alleggerimento Quantitativo” stile “anglo” in cui crei moneta e la dai alle banche e al mercato finanziario. Noi proponiamo di creare moneta e ridurre le tasse a tutti, saltando le banche e il mercato finanziario.

      Rispondi

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